“Il coso”

“Tutto quel coso lo leggo solo per soldi”, dice un tale in un commento al documento dei Giovani Turchi riportato su “il post” di Luca Sofri.
In effetti è una prosa un pochino faticosa.
Ma s’è visto di peggio.
Linguaggio a parte, non mi pare meritare la scomunica definitiva di Sofri che lo definisce “conservatore e reazionario”. Salvo cercar di graffiar il vetro chiarendo che conservare e reagire son termini neutri senza nessuna particolare connotazione negativa.
Come dire che il conservatore conserva, il reazionario reagisce, alla stessa stregua del coltivatore che coltiva.

In verità Sofri reagisce (anche lui reazionario?) all’attacco più diretto che si sia mai fino ad ora prodotto da dentro il PD allo “spirito del lingotto” che viene definito senza mezze misure come “summa teorica di un ‘eclettica visione dell’Italia” ,mentre il PD è nato all’insegna di una “retorica del partito completamente nuovo ,figlio di niente e di nessuno”.

Musica per le orecchie di chi come il sottoscritto s’attestò su di una mozione di minoranza che puntava il dito proprio su questa totale mancanza d’identità, politica, programmatica e ideale.

Nasceva, infatti, un partito allo sbando.

Esposto a tutti i venti. Senza difese. Nudo come un verme.

Adesso , senza voler riassumere per intero il “coso” ( anche a me non mi paga nessuno per farlo), valgano solo alcuni cenni sulla linea del documento in questione.

La quale è caratterizzata da una serrata critica alla subalternità della sinistra agli stereotipi del libero mercato: “una certezza fideistica nel libero mercato che si traduce in una visione personalista e leaderistica che fa breccia anche a sinistra”.

Ben detto!

Mentre il post-comunismo “assumeva le letture di moda sul terreno economico sociale, tradendo un’infatuazione per il mercato e accreditando la strumentale contrapposizione tra padri garantiti e figli abbandonati con in più un attacco sistematico alle forze sindacali”.

Fantastico!

Chi mi segue s’avvede subito che sembra scritto da me stesso medesimo.

Insomma si rimette al centro l’economia, il lavoro, la società e le persone con tutta la densità e qualità delle loro relazioni sociali contro la visione di una società degli individui.

Anche qui , altra buona musica.

Adesso però uno potrebbe dire: ma dove caspita eravate voi, post-dalemiani, quando si decideva di dar vita al partito figlio di nessuno?
Lo so bene che non avete mai creduto e anzi disprezzavate l’eclettismo veltroniano, ma allora perché siete stati buoni e zitti, anzi no, avete portato acqua a quel mulino?

Eh beh, c’è chi é figlio di nessuno e chi è figlio di (…….) un cattivo modo di far politica. Mettiamola così.

C’è poi un’altra parte fondamentale del documento, meno apprezzabile per me. Quella che espone più facilmente il fianco all’accusa di conservatorismo, occhieggiando (a partire dalla crisi del berlusconismo come crisi di sistema) il sistema politico della prima repubblica.

Non m’addentro oltre più che tanto altrimenti cambiate canale. E’ storia lunghina e anche a voi nessuno vi paga per seguirla tutta.

Ma in breve sostanza si discute sullo stallo cui ha portato il bipolarismo all’italiana: “una grande bonaccia”.

Qui gli autori s’ispirano con ogni colta evidenza a Italo Calvino (La gran bonaccia delle Antille, 1957) per denunciare la non avvenuta scomposizione dei blocchi sociali grazie ad  un “perverso intreccio di liberismo e giustizialismo”.

E qui non siamo più in sintonia.

La musica si fa greve.

Mentre concordo in pieno con la critica allo spirito del lingotto (dì ben so’ fantesma) mi sembra che al liberismo di Berlusconi non si sia affatto contrapposta alcuna visione giustizialista (al netto di Di Pietro).

Giustizialismo, come malattia infantile del post-comunismo?

Non mi par proprio.

Anzi i toni della denuncia sono stati assai bassi. Guai a demonizzare. Dal “mio principale avversario” in poi.

Ma io dico: siamo o non siamo in balìa di una banda di farabutti, corrotti e corruttori che rubano a man salva e in grande senza che mai nessuno tra loro abbia fatto (o possiamo sperare che faccia) un sol giorno di galera?
Vale o non vale lo stato di fatto, in Italia, secondo cui uno che ruba poco ha molte più possibilità di esser giudicato e condannato rispetto ad uno che ruba milioni a sacchi sol perché è incistato nella cerchia del potere?

Domande legittime specie se rivolte a chi (i nostri giovani turchi) parlano (finalmente) anche di ricchezza(da ridistribuire) e di potere da usar a tal fine.

M’è piaciuto “il coso”?

Insomma. Mezzo e mezzo.

24 Risposte to ““Il coso””

  1. beppe bianchi Says:

    Ogni tanto un copia/incolla non sarebbe male.
    PS: “La gran bonaccia delle Antille”? Ok, ma anche (ops, sorry) “La linea d’ombra” di J. Conrad

    http://www.ilpost.it/2010/09/11/documento-quarantenni-dalemiani-veltroni/
    http://infosannio.wordpress.com/2010/09/11/il-documento-integrale-del-pd-contro-veltroni/

  2. giovanni Says:

    Manca nella nostra sinistra una idea di giustizia sociale possibile ,predicabile e praticabile
    Ecco perchè la rabbia ha sostituito la speranza e la ragione. Sinteticamente mi pare di poter dire che nel famoso documento manchi la parte costruens

  3. maurozani Says:

    @Beppe. Certo , anche un ipertesto non sarebbe male.Forse anche dare un pochino di colore e persin di suoni e immagini a questo spazio, pomposamente, chiamato blog, non sarebbe male. Tutte operazioni che vanno oltre le mie “competenze”.
    Comunque d’accordo forse un copia/incolla è alla mia portata.

  4. Assecobo Says:

    Vorrei far notare che per una persona comune il linguaggio, la forma ed il contenuto degli scritti succitati (di Veltroni, Zani & C.) appaiono alquanto decadenti. Certamente questo giudizio non vi troverà subito concordi, ma portate pazienza e provate a fate il seguente esperimento scientifico.
    1) Chiudete gli occhi e respirate profondamente;
    2) Uscite dal vostro “vissuto politico” e proiettatevi nell’Italia che riuscite ad immaginare fra 30 anni (oppure se vi riesce più facile mettetevi nei panni dei vostri figli cresciuti fino alla vostra attuale età).
    3) In questo nuovo ruolo rilegete i succitati testi; ad esempio rileggete “il coso” scritto qui sopra da Zani, oppure il documento di Veltroni.
    4) Infine interrogatevi sull’utilità, sull’attualità, sul valore di ciò che avete letto e registrate il vostro giudizio in un commento qui di seguito.

  5. Beppe Bianchi Says:

    Su Cavino e l’immobilismo del fu PCI:
    Nel racconto di Calvino la bonaccia non è minacciata da eventi di altra natura.
    Nel cercare di spiegare (e spiegarmi) il caso PD mi è capitato di parlare de “La linea d’ombra” di Conrad: anche in quei mari, bonaccia per giorni, ma nel frattempo la ciurma è decimata dalla malaria.

  6. Claudio Borgatti Says:

    confermo quello che penso
    il tuo è il miglior blog della città

  7. maurozani Says:

    @Bianchi. Sì d’accordo Conrad (tra l’altro è il mio scrittore preferito,vedi “Cuore di tenebra” che tante volte ho citato a proposito ..e forse anche a sproposito). Tuttavia il riferimento mi par più a Calvino: due galeoni di fronteggiano senza vento nelle vele….

  8. maurozani Says:

    @Assecobo. Boh! Il mio linguaggio non mi par quello di Veltroni & Co.
    Non da ora peraltro. La inviterei a rileggere il “coso”. Si nota ad occhio nudo. Anche Lei può (potrebbe) agevolmente scorgere la differenza sol che si togliesse gli occhiali di quel facile pregiudizio secondo cui chi è stato in politica non capisce una beata mazza di come va il mondo presente. E meno che mai riesce ad immaginarsi quello futuro. E ancor meno riesce a scrivere in un italiano comprensibile ai più.
    Trattasi il Suo, caro Assecobo, di un nuovo snobismo. Ma non per questo meno snob.

    PS. Quanto al documento di Veltroni (mi vien il dubbio che Lei lo scambi per quello che ho commentato qui sopra che , invece è quello dei Post-dalemiani al secolo “giovani turchi”, ebbene non lo commenterò dato che l’ho già fatto a suo tempo.
    PS2. In ogni caso questo è un blog per persone intreressate ala poltica. Si parla di poltica, in altri termini. Dunque si commenta e si discute su quel che passa il convento.

  9. umberto.mazzone Says:

    Assai verosimilmente il riferimento è a Calvino. Però anche la Linea d’ombra si presterebbe bene, ha una sola difficoltà nella comparazione con la vicenda del PD: dopotutto è una vicenda di formazione e di virile sfida alla sorte, con uno sbocco sostanzialmente ottimistico sulla capacità dell’ uomo di divenire adulto e di farsi responsabile.
    Per Veltroni cado invece sempre su un Peter Pan, per paradosso sempre più invecchiato, e per realtà sempre più incattivito e rancoroso.

  10. maurozani Says:

    Caro Claudio, ti ringrazio anche perchè anche un ateo come me sa che “non di solo pane vive l’uomo” (Deuteronomio? forse Vangelo di Matteo)
    Ciao

  11. maurozani Says:

    Che dire Umberto: mirabilmente azzeccato!

  12. beppe bianchi Says:

    @Mazzone: sono d’accordo su tutto, ma di più su Veltroni, Tempo fa avevo scritto una cosa sul PD rispondendo ad un tizio che ne parlava come “cuore di tenebra” (il potere per il potere). Rispondevo considerando lo stesso più vicino alla Linea d’ombra (età nella quale si fanno scelte decisive e spesso sbagliate. Con ottimismo, naturalmente, ma pur sempre sbagliate).
    Su Veltroni valgono poco le analisi politiche. Il documento è assai generico, direi scolastico, un compitino da giovani democratici. Il mio parere è che Veltroni sia un po’ anche vittima di quello che resta del veltronismo (qualche decina di parlamentari e poco più), in un periodo particolarmente caldo della politica.
    Per quanto attiene al lato personale, credo che Walter sia persona appassionata ed anche simpatica, forse il più simpatico di tutti. Il suo problema vero riguarda il fatto di essere dotato di scarso talento politico forse il meno talentuoso di tutti i suoi coetanei. A questo si aggiunge un approccio particolarmente votato alla distruzione dell’esistente che spaventa.

  13. claudio Says:

    Caro Mauro, sono recidivo perchè ti scrivo in questo blog per la seconda volta.
    Ribadisco che ti considero una RISORSA FONDAMENTALE per la Sinistra non solo emiliana non fosse altro perchè all’atto della costituzione del P.D., non condividendo ti sei messo da parte SENZA però rinunciare alla politica proprio attraverso questo blog.
    Bando ai complimenti e veniamo alla sostanza.
    Tu definisci il documento dei cosiddetti “giovani turchi” documento del post -dalemismo. confermandoti attentissimo lettore dei fenomeni di quel partito;credo che non sia del tutto vero perchè ,ad esempio ,Andrea Orlandonon lo è, ma mi pare poco importante.
    Io che sono un dirigente di base del P.D.in quel di Ravenna (mi intendi?) e giovane come te (61 anni) posso solo dire che finalmente ho visto un pezzo di carta politico a sinistra di cui CONDIVIDO L’IMPIANTO.
    Che ci importa ormai delle provenienze? Ti diro di +.
    Io continuo a pensare che Massimo D’alema sia una risorsa e che vada aiutato a liberarsi di un certo politicismo (understatement!) e riconquistato alla causa della vera Sinistra italiana in cui non mi pare abbondi l’intelligenza tout -court.
    Noi (me lo consenti?) abbiamo bisogno per questa difficile battaglia non solo di testimoni ma di truppe ed ho avuto modo di constatare anche ieri sera alla festa dell’unità di Bologna che molti compagni lo ascoltano e lo apprezzano..
    Mentre la crisi di Berlusconi accelera e rischia di travolgere l’intero paese il P.D. che bene o male è il nerbo dell’opposizione si avvita di nuovo in uno scontro personalistico; secondo me la nuova “discesa in campo ” di Veltroni è determinata anche dal documento dei giovani turchi
    e dal timore che finalmente inizi la critica dei fondamenti della cultura politica anche a sinistra della seconda Repubblica ( forse ci vedo dietro anche la manina del giornale la Repubblica che è stato il vero convitato di pietra della sinistra forse anche già nella prima Repubblica…).
    Mi fermo qui per ora (non è una minaccia).
    Forza Mauro Zani mi pare che ci si stia avviando a ricominciare.

  14. maurozani Says:

    Caro Claudio,
    grazie naturalmente. Veniamo a noi.

    1)D’accordo c’è anche Orlando. Ma c’è Orfini, Gualtieri. Quelli che scrivono. Non me ne voglia Orlando. Post-dalemiani quindi. Anche se Orfini, che mi è simpatico, lo definerei un pre-dalemiano.

    2) L’impianto del “coso” andrebbe bene senza quell’attaco ad una cosa che non è mai esistita come: Il liberismo che va a braccetto con il giustizialismo. Male questo punto. Malissimo.

    3)Il resto, come hai potuto apprezzare dal mio commento, contiene analisi e parole che io stesso ho scritto in una roba che si chiamava terza mozione. Dunque son ben d’accordo.

    4) Tuttavia i post dalemiani e i dalemiani si stesero acriticamente sulla roba lingottesca. Perchè?

    5)Non ho alcun dubbio che la sortita di Veltroni sia anche determinata come reazione ai giovani turchi i quali peraltro hanno subito rinviato a data da destinarsi l’incontro previsto per il 25 prossimo. Bersani, I suppose.

    6) Ho già detto più sopra che il documento di Veltroni non lo commento perchè appunto l’ho già fatto, puntualmente, da posizioni di minoranza nel congresso di scioglimento dei DS. E’ sempre la stesa cosa. Che si riassume, all’ingrosso, nell’urgenza di cancellare per sempre l’idea stessa di sinistra. E’ operazione legittima naturalmente. Non la demonizzo, ma non la condivo.

    7) D’Alema. Figurarsi sono stato il coordinatore della sua segreteria.
    Solo che , a un certo punto s’infatuò letteralmente di un ometto che io considero una semplice carogna e il più gran bugiardo del secolo scorso: Tony Blair. Parlava e straparlava, Massimo D’Alema, del centro-centro-sinistra, center-center-left.
    Dove la sinistra era causa dei peggiori mali dell’Italia e dell’universo mondo. Insomma è storia lunga. L’ho stimato senza adularlo mai. Forse anche per quest’ultima ragione non son mai stato davvero nelle sue corde. Va bene a Lui. Va altrettanto bene a me.
    Comunque con la sua tiritera sul riformismo senz’altri aggettivi qualificativi (lui e Fassino) per anni è rimasto subalterni al pensiero unico. Verità amara, ma non men vera. Per me.

    Caro Claudio se poi davvero si ricomincia beh io son qui. Non mi tiro indietro. Ma un minimo di AUTOCRITICA me lo aspetto.

  15. LucaGras Says:

    Bello sentir dire parole di sinistra. Lo dico da exMargherita-prodian-ulivista (ma quando avrò 80 anni, se ci arrivo, dovrò portarmi dietro un’intera Iliade di epiteti?). Tuttavia fatico terribilmente a non riconoscere anche in D’Alema ciò che viene imputato a Veltroni: il passaggio armi e bagagli al liberismo, neanche “ben temperato” come diceva Prodi bensì “temperato quel tanto che basta perché il popolino non se ne accorga” – e del resto tu stesso ti riferisci a Blair, quindi su questo c’intendiamo. Mi sembra che un riformismo vaporoso che svanisce in niente – se non in fumo occultatore – sia esattamente la cifra comune alle due visioni.
    Maggiore appare la differenza sia piuttosto forte sul rapporto con la forma-partito: per dirla coi detrattori, “liquido” per W., “staliniano” per M (eh sì, questi sono opposti perfino nell’iniziale), eccetera. Sempreché anche qui non si tratti di due diverse maniere di occultamento della non-democrazia interna: plebiscitaria e televisiva la prima, parademocratica (da fumose segreterie di provincia) la seconda.

    Purtuttavia, mi pare che il PD come sta venendo fuori, pur nelle doglie di un parto prolungato e complesso, sia migliore che nelle intenzioni di questi due scomodi padri fondatori. Forse perché sull’idea di un aggregazione necessariamente “oltre la sinistra”, continuamente alla ricerca di qualcosa che sia altro-da-sé (dopo i popolari, i casiniani; poi i radicali; poi magari Fini… del resto in Sicilia non siamo già al sinistra-centro-destra?) è riuscita a imporsi in qualche modo, in qualche ancora insufficiente misura, la realtà di ciò che era veramente aggregabile: il mondo ex-comunista, il mondo cattolico-democratico e quel mondo laico di matrice, diciamo così, azionista e socialista. E il pezzo di società che ancora da lì proviene. L’antico vagheggiamento dossettiano, lo sbeffeggiato sogno ulivista.
    Aggiusto la realtà alle mie idee? Probabilmente sì, almeno un po’. Ma se il PD è ancora un po’ meglio di quanto tu ritieni che sia, forse è proprio per via del fatto che non è fatto tutto dalla somma degli “opposti” (si fa per dire) D’Alema e Veltroni.

    Perdona l’oscurità e la confusione.

  16. maurozani Says:

    No, Luca, nessuna particolare oscurità. Quanto alla confusione nessuno può chiamarsi fuori. Certo aggiusti la realtà alle tue idee, ma chi non lo fa? Non lo fanno solo i cretini e coloro che non vogliono più credere a niente. Insomma quella categoria già bollata da Gramsci come gli “indifferenti”. “Odio gli indifferenti” ..con quel che segue.

  17. lucagrasselli Says:

    Allora però posso appellarmi alla tua cortesia per sapere che ne pensi.

  18. lucagrasselli Says:

    [Come si sarà capito, sono il medesimo LucaGras di poco sopra.]

  19. maurozani Says:

    Beh, tu hai scritto di un “riformismo vaporoso che svanisce in niente”. Son del tutto d’accordo.
    Veltroni o D’Alema pari si son dimostrati.
    Non ho commentato il documento Veltroni sol perchè non c’è scritto assolutamente nulla. (tra l’altro è scritto da cani). Se non che bisogna andar oltre..in altro luogo rispetto a tutto ciò che ricordi anche sol vagamente la sinistra.
    Quanto all’attuale PD la penso in modo un pochino diverso da te.
    Ma come sai ne ho scritto e riscritto. Parlato e straparlato.
    Quando e se dovesse avvenire qualcosa di nuovo, ne prenderei volentieri atto e ne sarei lieto.
    Per adesso c’è un principio di realtà (discussioni a parte) che dovrebbe imporsi: Berlusconi è un morto che cammina e il PD continua , ciò nonostante a perdere consensi e credibilità.
    Sarebbe urgente chiedersi perchè.
    Al contrario si fa finta di nulla.
    E così, nulla si raccoglierà.

  20. claudio Says:

    Caro Mauro, vedo la tua ultima risposta nel blog in cui dici:
    “Veltroni o D’Alema pari si son dimostrati”.
    Immagino si tratti di un giudizio irrimediabilmente negativo.
    Poichè ,tuttavia, si tratta del meglio della covata di Berlinguer (o forse dei meno peggiori) e poichè Berlinguer è stato l’ultimo segretario del P.C.I ( Natta è stato una perdita di tempo e di Ochetto non vorrei proprio parlare visto che ha superato il PCI nel modo peggiore) mi chiedo e ti chiedo senza alcuna polemica:
    Il Legno era già irrimediabilmente storto ai tempi di Berlinguer??
    Non riesco assolutamente a covincermi e tuttavia mi pare risposta fondamentale anche per sapere dove una sinistra di massa e non di pura testimonianza possa ricominciare ; non credo inoltre che ci servano dei “capri espiatori” ma sia necessario trovare ragioni STRUTTURALI ( mi convince ancora oggi molto + Marx di Max Weber)
    Ti ringrazio in anticipo per la risposta

  21. giovanni Says:

    @ Claudio

    Evidentemente tutto è cominciato ad andare “storto”con la teorica del compromesso storico.
    Ma mauro è un testimone privilegiato

  22. maurozani Says:

    No, caro Claudioe caro Giovanni il compromesso storico secondo me non c’entra.
    E, tuttavia, caro Claudio l’ interrogativo è assolutamente legittimo e rilevante assai.
    In seguito , magari con calma e ponderazione, posso provare a risponderti.
    Ma avverto subito che bisogna esser ben presuntuosi per pensare di poter dare una qualche risposta esaustiva.
    Quanto ai capri espiatori, lasciamo stare. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Restano tuttavia responsabilità anche d’ordine personale, tanto più grandi per chi ha svolto ruoli rilevanti per lungo tempo.
    Nè troverei di buon gusto spiegare come e perchè la covata di Berlinguer in realtà non c’è mai stata.
    Meglio iscrivere tutta la vicenda di una sconfitta storica nella temperie che seguì il 1989. Quando , con uno slittamento progressivo la sinistra uscì fuori da sè stessa e si iscrisse alla teorica di un riformismo parolaio e ancor oggi del tutto subalterno a ciò che fu chiamato il pensiero unico.
    In Italia ciò avvenne con particolare fervore religioso. S’instaurò una sorta di teologia del riformismo ancor oggi piuttosto in voga. Qui è la causa “efficiente” per dirla con Gramsci che ha portato ai giorni nostri.

  23. lucagrasselli Says:

    Tanto per proseguire la confusione, e per presentarvi il mio blog, ho scritto questo: http://pentagras.wordpress.com/2010/09/24/prove-tecniche-e-politiche-di-linking/

  24. giovanni Says:

    Caro Mauro, la tua selezione ed interpretazione dei fatti rilevanti, che hanno provocato la crisi del partito storico della sinistra italiana (PCI, PDS, DS), è influenzata dalla circostanza, non secondaria, che tu stesso sei stato parte di quel complesso di eventi che ne hanno determinato, appunto, la crisi.
    Si tratta di un’interferenza normale, e che certamente non costituisce una colpa. E’ un fatto, tuttavia, che sono in pochi a dare rilevanza alla stagione del compromesso storico come fattore determinante dell’inizio della crisi. Il che sembrerebbe avvalorare la tua tesi.
    Eppure, il fallimento del disegno politico del partito di Berlinguer, è indiscutibile.
    Il compromesso storico, non solo aprì la via al craxismo, ma soprattutto marcò in modo netto la frattura tra aspirazione al cambiamento di una parte importante della società italiana, e il Partito, che si andava allora attestando nella conservazione dell’esistente, attraverso un compromesso che metteva in discussione idee, valori, progetti e futuro del nostro paese.
    Non è rintracciabile più in quegli anni un’idea alternativa alla società esistente, per cui anche il PCI, con il compromesso storico, aveva cessato la sua funzione propulsiva nella società italiana.
    Si potrebbe dire che le cose sono più complicate, certo, E’ la storia ad essere complicata, ma c’è sempre un momento in cui occorre operare delle semplificazioni per andare avanti.
    Ricorre a questo punto il motivo che informa da tempo i miei post, su questo tuo spazio: la necessità di una forte radicalità, volta ad espungere dallo Stato e dalla società, innanzitutto, i prevalenti residui clerico-fascisti, (o, se piace, substrato cattolico), come presupposto per cominciare il processo di modernizzazione della nostra società in tutti i sensi, cioè economico, politico, culturale ed etico.

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