Intermezzo 3. Preghiera dell’esperto

Ieri un capo dei capi della fisica nucleare italiana spiegava che a Fukushima non c’era un problema al mondo.

Illustrava , con linguaggio piano, comprensibile anche a noi profani il complesso sistema di scatole cinesi che contiene il nucleo del reattore e che ,di conseguenza, era altamente improbabile un incidente tipo Chernobyl.

Siamo a livello di gravità 4 -diceva l’illustre esperto- mentre a Chernobyl si era raggiunto il livello 7.
Il massimo.

Nei giorni e nelle ore precedenti il fior fiore degli esperti , sulla stessa falsariga e dall’alto della loro titolata competenza, ci aveva egualmente tranquillato.

Facendo appello alla razionalità.

Non si tratta di cose misteriche, è la scienza bellezza.

E’ la tecnologia che produce e poi imbriglia opportunamente l’energia nucleare, e la restituisce pulita per ogni uso e consumo.
Senza rilascio di CO2 nell’atmosfera.
Si è invariabilmente sottolineato.

Infatti, solo rare volte si sprigiona Cesio e Iodio radioattivo.

Sono gli stessi scienziati che all’epoca di Chernobyl ci spiegarono che solo grazie alla tecnologia obsoleta dei comunisti russi, si era potuto produrre quel disastro.

In un paese democratico si sarebbe potuto al massimo verificare un “lieve” incidente, quasi un contrattempo, tipo Three Mile Island.
Più tecnologia sofisticata e controllo democratico.
Of course.

Ricordo all’epoca il feroce atto d’accusa ideologico che fu rilanciato dagli scienziati , del mondo libero per definizione neutrali. Mentre i piloti degli elicotteri dell’URSS si mettevano sulla verticale del reattore per versarci sopra tonnellate di sabbia e cemento.
Certi di morire. Come poi , a pochi mesi di distanza avvenne per tutti i piloti.

Incompetenza e estremo cinismo della dittatura sovietica.

Già.

E adesso dopo diversi lustri , nel nuovo millennio, gli elicotteri giapponesi hanno tentato inutilmente con l’acqua di mare mentre la polizia prova con i cannoni ad acqua generalmente usati per operazioni antisommossa.

E cinquanta poveri cristi volontari sono sul sito , anch’essi pressoché certi di morire per fare quel che possono.

Poco.
Anzi niente.

Esattamente come a Chernobyl.

Infatti oggi, dopo che i nostri esperti ci hanno descritto con schifiltosa sicumera l’alta improbabilità di un’evoluzione negativa della situazione a Fukushima siamo a livello 6.
A un passo da Chernobyl.

Ora, tutti sanno (i quattro gatti che mi leggono) che io non son mai stato un ambientalista, un ecologista, né un verde, verdognolo e verdolino.
Sia detto senza offesa , dato che vi son tra loro persone che stimo da molto tempo, non perché condivida le loro tesi ma per la loro onesta, cristallina coerenza.
Naturalmente non sto alludendo ai vari Pecoraro Scanio e seguaci….

Tuttavia solo un cretino qualunque può sfuggire ad una semplice, e verificata , situazione storica.

E’ vero , gli incidenti nucleari sono assai rari.

La tecnologia e la scienza indubbiamente han fatto passi da gigante e ancora ne faranno. E dobbiamo tutti auspicare che qualsiasi atteggiamento antiscientifico e antitecnologico sia rifiutato alla stregua delle peggiori credenze medievali.

Bene.
Fin qui ci siamo.

Resta un dato di fatto.
Duro.
Chiaro.
Verificato.

Quando accade un incidente nucleare come quello di Chernobyl e Fukushima restano a disposizione solo sabbia e acqua di mare.

E, la preghiera sostituisce la tecnologia.

A tal proposito si spera che in queste ore gli esperti siano raccolti in preghiera , ciascuno invocando la benevolenza della propria divinità di riferimento.

Troppo poco, comunque per chi , come me, crede nel progresso scientifico. E, perciò ne valuta anche i suoi limiti attuali.

La verità semplice , persino banale è che scienza e tecnologia unita agli interessi formidabili che ruotano attorno al complesso atomico-nucleare, non si son mai posti il problema del che fare di fronte alla crisi di tutti i sistemi di sicurezza previsti.
Hanno semplicemente negato che una tale eventualità potesse prodursi.

Da ciò, ne traggo che il gioco non vale la candela.

Si può produrre tutta l’energia necessaria senza rischi.
E a costi minori.

In altre parole l’alternativa alla “preghiera dello scienziato” c’è.

Sia in termini di sicurezza che di costi che di quantità e qualità.

Dunque perché insistere?

Chiedetelo alla lobby atomica politico- militare , che si formò negli anni immediatamente precedenti la fine della seconda guerra mondiale.

Coloro che convinsero il governo americano ad effettuare un test atomico su di un paese sconfitto dopo che il bombardamento convenzionale di Tokio aveva già provocato centomila morti in un sol giorno. Più che a Hiroshima e Nagasaki singolarmente considerate.

In sostanza il nucleare civile è una ricaduta di quello militare.
L’uno e l’altro si sostengono a vicenda.
Con una differenza paradossale: quello militare è più sicuro.
Restando, dopo il crimine(mai sanzionato) contro l’umanità dell’agosto del 1945, un tabù.

Il nucleare militare è stoccato e anche portato in giro per cieli e mari per ragioni di deterrenza ancor oggi, ed è questa la ragione per cui, chi ce l’ha, si batte per la non proliferazione.
Quello civile invece è continuamente attivo per il nostro benessere energetico.
Salvo incidenti catastrofici mai presi in considerazione anche per ragioni di costi oltre che per non ancora raggiunte soluzioni tecnologiche.

Vabbè, alla fin della fiera, oggi han deciso di effettuare, in Italia il previsto referendum nel mese di giugno. La logica politica di un governo essenzialmente composto di deficienti in perfetta mala fede è fin troppo evidente. Così com’è ancora una volta chiaro che la variopinta fauna radicale alleata del PD non è, per definizione, affidabile.

Ebbene si tratta solo di smentir le previsioni.
Raggiungere il quorum.
Si può fare.
A questo punto si potrebbe fare anche se ci convocassero alle urne il 31 dicembre 2011.

24 Risposte to “Intermezzo 3. Preghiera dell’esperto”

  1. Antonio Napoletano Says:

    Mia moglie, proprio ieri sera, mi diceva che mai come in questo periodo Berlusconi deve fare i conti con un quadro astrologico disastroso.
    La sua fiducia nelle cattive stelle, pur non conoscendo l’ascendente e il ‘tema natale’ dell’uomo che non pagò mai una donna, a me è sembrata eccessiva.
    Un po’ come la tua sulla “inevitabilità” del quorum, addirittura anche a urne referendarie iperbolicamente convocate per il prossimo capodanno.
    D’accordo, la dura replica della Grande Catastrofe in salsa feudocapitalistica – che si consumi o meno fino in fondo, coinvolgendo tutti e sei i reattori giapponesi- è e sarà per molti giorni, forse mesi, sotto gli occhi del mondo. Ma, è pur vero che ancora fino a ieri (almeno fino ai sondaggi di ‘Ballarò’) c’è ancora un tenace 35% di italiani che si beve le stronzate della Prestigiacomo, per non dire di Romani o l’ammirato ‘principio di precauzione’ (Bindi dixit) sfoderato come un’abile piroetta retorica da aula giudiziaria dall’ineffabile e accorato Alfano, al quale <>.
    Quello che voglio dire è che la tragica dominanza dei fatti in questione, pur avendo una loro immediata, insopprimibile evidenza, anche agli occhi e alla comprensione della ‘cuoca’ di buona memoria, abbisognano per essere trasformati in scelta politica (ribadita e ancora più ferma e inequivocabile) di quella presenza diffusa, capillare, identificabile e ‘progressiva’ del partito che non c’è e che è prevedibile non ci sarà, né si formerà e/o si trasformerà a breve.
    Ventanni fa non avrei dovuto leggere Barbara Spinelli per vedere stampate le cose che occorreva dire prima ancora di entrare nel merito della ‘cosa’ a tutti gli uomini del presidente, che hanno subito intonato come un coro sgangherato l’aria della Ragione (rivendicando la superiorità, l’algida neutralità, dell’analisi costi/benefici, Giannino dixit) versus la Paura dei più.Nè del resto ci si può limitare a questi pur necessari preliminari ‘euristici’ quando è in questione, come fatto politico di grande momento e che attiene direttamente la sopravvivenza della vita umana, l’essenza profonda, ingovernabile, selvaggia di un modo di produzione, che sta raggiungendo forme e contenuti sempre più assimilabili alle profetiche pagine dei Grundisse.
    Certo, come si è detto, è l’intero edificio di menzogne e di illusioni che il grande imbonitore ha avuto la forza e i mezzi di accreditare presso mezza Italia , scompaginando l’altra metà, che sta scricchiolando. E non solo per la suburra per la quale dovrà difendersi in tribunale,ma per il venir meno dello strumento plebiscitario/carismatico, per l’inconsistenza del suo sgovernare. Ma a fronte di tutto ciò dove sono le nostre ‘divisioni’? Dove sta l’iniziativa che incalza o forse vogliamo credere che per davvero si possano cambiare a fondo le cose in questo nostro disgraziato Paese contando unicamente su facebook o su improbabili e autoconvocate Piazze Tahir? Quando basta un radicale fuori di testa per non fare la cosa giusta.Una cosa minima come quella di non permettere a una maggioranza ‘fluttuante’ di imporre il proprio miserabile machiavello di disgiungere le giornate di votazione e, dunque, ribadire così il suo costoso <>.
    No, credo che levarci di dosso il ‘berlusconismo’ ci vorrà molto, ma molto di più che le cattive stelle.

  2. Antonio Napoletano Says:

    Vedo che le uncinate hanno tolto “Sta a cuore la salute degli Italiani” (Alfano) e “Statevene a casa” (a proposito del voto sull’abbinamento dei turni elettorali).
    Sorry.

  3. maurozani Says:

    Antonio, tutto vero ma lasciami esser ottimista…per una volta

  4. giovanni Says:

    La tecnica non controlla l’atomo,come il mercato non controlla l’economia,cosi come l economia non si concilia con la natura…La trasformazione e la distruzione della natura dovrebbe trovare un limite “morale” nel controllo del processo di trasformazione e di distruzione.Storicamente,tuttavia,l’homo sapiens non si è mai posto tale limite

  5. marco da bologna Says:

    Per la produzione di energia elettrica,ci sono diverse alternative.Il grosso dell’energia elettrica prodotta in Italia e di origine termoelettrico!Buona parte è anche importata dalla Francia che ha un sacco di centrali nucleari a un passo da noi!La produzione idroelettrica richiede una conformazione geologica particolare,pare che in italia si sia già costruito gia’ dove si poteva in materia.Le altre energie alternative come l’idroelettrico ricoprono una percentuale di produzione bassa!Il solare è in crescita,ma è ampiamente sovvenzionato dallo stato!Idem per l’eolico!Non credo sia piacevole abitare sotto una centrale a carbone o a olio pesante!Le nostre vecchie centrali nucleari che abbiamo abbandonato,che sono poi come quelle francesi sono più sicure di quelle americane e di quelle russe!Quando abbiamo abbandonato il nucleare dopo il referendum di sicuro abbiamo fatto la felicità dei petrolieri!Che dire?Allo stato attuale,la scelta non è facile!In questi settori cosi’ specifici non credo ai referndum,credo ad esperti onesti,difficili da trovare!marco da bologna

  6. maurozani Says:

    Perfetta sintesi Giovanni. Tutto ciò che l’homo sapiens sa fare prima o poi lo farà. Fat man e little boy appena battezzati furono , infatti, usati. Nel frattempo, nella storia umana, son nate anche istituzioni, più o meno forti, che dovrebbero proteggere l’homo sapiens da sè stesso. Almeno fino a che l’homo in questione non sarà in grado di tenere sotto sicuro controllo l’energia nucleare.
    Al momento nonostante la sicumera di tanti cialtroni, la strada appare ancora molto lunga e ripida.

  7. maurozani Says:

    Marco.
    Gli esperti onesti son solo quelli ben pagati dalle nostre tasse.
    Gli altri , cioè la stragrande maggioranza, son esperti in nome e per conto degli interessi che son chiamati a rappresentare e difendere.
    Aggiungo che molto spesso son assai poco esperti.

  8. roberto Says:

    Ho poche idee ma chiare.
    E’ stato un errore pagato carissimo (anche nella bolletta) la dismissione del nucleare, per la quale non mi sento responsabile avendo votato per la conservazione. Abbiamo infatti perso tutte le competenze (scientifiche, tecnologiche e industriali) per avviare un nuovo programma di centrali nucleari. Quindi partita persa, a prescindere da pancia e Fukushima.
    Possiamo però partecipare attivamente (con soldi, scienziati e industria) ai programmi per la ricerca nel campo della fusione, che potrebbero avere un’accelerazione (ad es. ITER in cui un primo reattore sperimentale è previsto per il 2040-2050).
    Possiamo mettere soldi, scienzati e industria per le nuove frontiere del fotovoltaico (celle organiche, rectennas ecc. che farebbero diventare competitivo il fotovoltaico).
    Possiamo chiedere a Enel e Terna di sviluppare le “smart grid”, reti intelligenti adatte ad essere impiegate nel paradigma dell’energia distribuita.
    Saremo così attori nel futuro prossimo (competenze, tecnologia, industria).
    Nel frattempo, lasciar perdere gli incentivi sui campi fotovoltaici da megawatt, che creano rendite di posizione a vantaggio di alcuni pagate da tutti i cittadini, e mantenerli solo su piccoli impianti asserviti ad utenze puntuali. Si recupererebbero così risorse.
    Tutto il can can sui posti di lavoro è fumo negli occhi, in quanto in Italia non si è sviluppata un’industria del fotovoltaico capace di competere nel mondo, dove contratti e incentivi si possono trovare.
    Ad es. gli inverter di Elettronica Santerno (2° in Italia), transitata nel Gruppo Busi e che è passata nel giro di un anno da circa 20 a 80 Meuro di fatturato non sono (o non erano fino a qualche mese fa) omologati per gli USA.
    Per dire, la tedesca SMA (concorrente di Elettronica Santerno e leader mondiale – cioè number 1 per fatturato ) fattura quasi un miliardo di euro.

  9. roberto Says:

    @ Mauro
    Gli esperti onesti son solo quelli ben pagati dalle nostre tasse: mi è chiaro il concetto, ma non so identificarli.
    Parlamentari?
    Professori Universitari?
    Scienziati CNR, ENEA, ISPRA?
    Ho l’impressione che si necessario cercarli col lanternino (e poi non tutti sono ben pagati).

  10. Antonio Napoletano Says:

    Se il buongiorno si vede dal mattino direi che queste stesse prime battute in risposta alla tua propensione all’ottimismo danno conferma al mio dubitarne.
    Ma quali ‘Grundrisse’, quali preoccupazione ‘euristiche’! quello che vedo in queste prime rispostine è il ripetersi della stucchevole manfrina sulla ‘ragionevolezza’ del ‘così fan tutti’.Peraltro del tutto omologa e sintomatica del reale ‘stato dell’arte’ della nostra intellettualità diffusa.
    Temo , appunto, che a questo miserabile realismo da Domenicale del Sole confindustriale finirà col ridursi la Debatte sull’atomo ‘pacifico’, mischiando le sorti magnifiche e progressive che il mondo della Tecnica sarebbe sempre sul punto di regalarci con le geopolitiche da bar sport e gli obiettivi della nostra ‘indipendenza energetica’, lasciando del tutto ai margini la questione dei limiti, della controllabilità ed efficacia dei mezzi per raggiungerla, per non dire della antica quaestio su quale modello di sviluppo civile e politico – per dirla alla vecchia maniera – noi e non Scaroni o chi per esso intendiamo perseguire in Italia e in Europa. Insomma, roba da provinciali attaccati al tubo catodico dei ‘dibattiti’ televisivi.
    Ad meliora!

  11. roberto Says:

    Ma quali ‘Grundrisse’, quali preoccupazione ‘euristiche’!
    Quello che vedo nel commento di Antonio Napoletano è soltanto una grande spocchia, sintomatica di una intellettualità concentrata, soprattutto su sè stessi.
    Il previlegio di poter passare la vita in biblioteca meriterebbe una miglior disposizione d’animo nei confronti dei concittadini che con le loro tasse consentono questo, aspirando possibilmente ad averne qualche ricaduta piuttosto che dileggio.

  12. Antonio Napoletano Says:

    caro Roberto Chi,

    sono spiacente d’aver urtato la tua sensibilità, per così dire, smargiassamente ‘popolana’.
    Ma, ciò è dovuto unicamente nell’aver confidato nella supposta e comune osservanza della regola aurea di qualsiasi ‘civile conversazione’: quella che impone, quando il gioco si fa duro, tanto più in casi catastrofici come quelli su cui si tenta di ragionare, d’avere il buon gusto, se non proprio l’intelligenza, di astenersi dal rifriggere l’aria fritta.
    Esattamente come non si è tenuti a osservare al bar o nelle chiacchiere ammannite in seconda serata televisiva.
    Grazie per l’attenzione.

    P.S.
    Aggiorno volentieri la tua scheda che (evidentemente) mi riguarda : sono dalla scorso agosto- dopo 40 anni di onorato e indefesso lavoro – felicemente o quasi in meritata (ridicola) pensione.
    Eppoi, non ti sottovalutare! leggili i Grundrisse, vedrai che ne trarrai giovamento.

  13. giovanni Says:

    Un “nuovo” modello di sviluppo!??
    Non sapevo ne esistesse uno vecchio.
    Esiste – ed è nozione assolutamente condivisa – un modo di produzione capitalistico che alimenta vieppiù uno sviluppo casuale e caotico.
    Nell’ambito di questo fenomeno bisogna fare poi i conti con la volontà di potenza dell’uomo, intesa non nel senso nicciano del termine, ma come volontà di prevaricare gli altri uomini.
    Il massimo del limite statuale a questa micidiale combinazione è rintracciabile nella società germanica, che regola in modo sufficientemente equo l’accesso all’istruzione, al reddito, alla salute, alla cultura e allo svago.
    È pensabile qualcosa di più, ma è difficile immaginare una società pronta a realizzare un “sistema di contenimento” più efficace di quello tedesco.
    Manca il substrato antropologico, cioè, il fattore umano: insormontabile problema, almeno per i prossimi 100 anni.

  14. roberto Says:

    Invito Giovanni al bar.
    Per non comprometterlo, faremo alla romana.
    Poichè frequento i bar solo per la colazione se sono fuori casa, lascio a lui la scelta: basta ci si possa sedere.

  15. giovanni Says:

    @Roberto
    Se vuoi stasera mi trovi all ‘Ostragon dopo le 24 .Però mi raccomando niente Grundisse e approcci Euristici,altrimenti le ragazze muoiono di noia.Le bevute le scrocchiamo.Ci mancherebbe

  16. Antonio Napoletano Says:

    Visto ? quanto poco vi ci voleva per fare, alla fine, quello per cui avete l’insopprimibile ‘beruf’ (ahi!) alla chiacchiera etilica da rimorchio.
    Prosit!

  17. Links for 18/03/2011 | Giordani.org Says:

    […] 3. Preghiera dell’esperto https://maurozani.wordpress.com/2011/03/16/preghiera-dellesperto/ ["Raggiungere il quorum. Si può fare. A questo punto si potrebbe fare anche se ci […]

  18. Marco Capponi Says:

    Scusa Mauro, ma chi sarebbe questo capo dei capi della fisica italiana? Spero il suo cognome non inizi con la zeta.
    Nel mio piccolo ho sempre pensato che la fissione fosse assolutamente da evitare a meno che non si riesca a trovare (ed é impossibile in via di principio) un impianto che resista anche ad una volontà perversa di utilizzo del amterialòe fissile. Terroristi a parte riempireste il pianeta di una potenzialità così devastante? un milionesimo di grammo di Plutonio (praticamente inosistente in natura e fabbricato dalla fissione) può uccidere, solo con la sua tossicità, un inidviduo, un grammo un milione di individui ecc.
    Il solo fatto che ESISTANO su lla terra kili e kili di pèlutonio mi pare una follia. nepppure se prevedessi un futuiro irenixco epe4r l’umanità o la cosidetta fine della storia sarei tranquillo.
    Scusa Roberto ma ilk rimpianto sul nuckeare perduro é una cazzata come pure é un mito la nostra perduta competenza nel settore. Tantissimi anni fa ho lavorato presso l’Agip Nucleare di Monteuccolini e mi occupavo di elenebti di combustibile nucleare e già allora eravamo divisi ma altraino de progetti altrui 8Agip il Dragon Projat canadese9 e l’alora CNEN i Programma Reattori veloci Francese.
    Poi per fortuina sono passato alle particelle me quindi non facccio finta di essere esperto come vedo fare ad altri colleghi esperti di ognìi can mpo della fisica e che farebbero meglio a tacere.
    PS Petronzio, presidente dell’INFN é un fisco delle particelle anche lui, per non parlare di stergoni e medici

  19. roberto Says:

    @Marco Capponi
    Non sono stato sufficientemente chiaro: il referendum interveniva a frittata fatta, fermare le centrali esistenti non ha ridotto il rischio, non ha ridotto apprezzabilmente i costi di gestione, ha solamente tolto ricavi col risultato di gravare sulla bolletta di tutti.
    Poi c’erano belle scuole che sfornavano ottimi ingegneri nucleari, c’era un’industria nazionale presente, ENEA aveva una missione e vi lavoravano persone di valore, c’era poi il centro di Ispra e tante cose che il prof. Capponi sa.
    Sugli odierni esperti multipourpose, niente da eccepire, vecchio vizio che forse ha avuto per antesignano il prof. col cognome che comincia per Z.

  20. Giovanni Says:

    @Napoletano,ti auguro un po’ di felicita

  21. Antonio Napoletano Says:

    Grazie, ne ho bisogno come tutti a prescindere dall’intento sarcastico che vedo e non per questo sinceramente contraccambio.
    Comunque sia, rimanendo al punto, si continua- ripeto- a rimestare aria rifritta, con argomentazioni inconsistenti sia dal punto di vista politico, e (presumo) anche da quello che vorrebbe essere di critica di politica industriale e della ricerca. Non riuscendo tale discorso a sollevarsi dalla mera episodica economicistica, dove, al contrario di quanto si vorrebbe, non c’è più ragione, o concretezza, e meno che meno più futuro, ma solo -neppure tanto dissimulata – accidia nei confronti del ‘popolo bue’. Accidia per la scelta compiuta a suo tempo e che potrebbe replicare a breve col prossimo referendum, sotto la spinta della ‘frittata’ (sic!). Quella per intenderci che ha rovinato la vita a migliaia di persone, quando non se l’è presa tout court, ieri in Ucraina, oggi in Giappone. Questa specie di Pentecoste che già ha illuminato e guidato la scelta popolare non è una manifestazione dello Spirito santo .Giacché, come diceva l’omone, il budino bisogna assaggiarlo per conoscerne sapore e consistenza, esemplificando così l’altra regola aurea, non solo dell’argomentazione, di Concreto-Astratto-Concreto, ma come principio materialistico della stessa socializzazione del sapere e della politica.
    Ed è proprio questo ‘assaggio’ che in questi giorni per la forza stessa della catastrofe la gente, gli elettori stanno facendo. Altro che la sofistica della emotività&paura, facendo fare figure di merda alle cancelliere’, agli illustri scienziati e ai grilli parlanti pagati per imbonire con i finti dibattiti sui giornali e che oggi (!) s’aggrappano alla zattera del principio di precauzione. Loro, quelli che ieri avrebbero dormito volentieri e sicuri accanto all’amato reattore!
    Il problema politico sta, dunque, nel fatto che questo ‘assaggio’ oggi è appeso quasi per intero al filo volubile dell’agenda politico-informativa del sistema mondiale dei media. Sistema che, notoriamente, ha in questo disgraziato Paese un unico vero gestore e proprietario dominante, il quale – anche con l’appoggio dei grilli parlanti ha tutto l’interesse a ‘localizzare’ nell’arretratezza tecnologica il ‘caso limite’ evidenziato dalla catastrofe in corso.
    Oltre tutto l’agenda del mondo non è fatta notoriamente dai cittadini e già in questi giorni, complice l’affaire libico, i direttori dei giornali stanno decalando la priorità Giappone in pagine volte solo a documentare una fine largamente ‘preveduta’ della notizia. Se ne potrebbe dire di più e meglio ma taglio per brevità.
    Il popolo, gli elettori, i cittadini al contrario possono contare solo su pochi mezzi del tutto periferici e su nessun vero ‘fissatore’ in termini politici durevoli di quanto appreso attraverso la catastrofe. Questa ‘assenza’, questa debolezza rischia di scontarsi prima in forma per così dire ‘culturale’ eppoi in quella politica. Hic sunt leones!
    In conclusione, il governo degli ‘Ottimati’ se faceva schifo a suo tempo, oggi – e tanto più in frangenti particolari come quelli vissuti in questo Paese – non è riproponibile- in qualsiasi forma esso si mimetizzi- neppure sotto le mentite spoglie del discorso ‘disinteressato’ di esperti o supertecnici, a prescindere da chi li paga.

    P.S.

    Faccio a Marco Capponi un affettuoso saluto, dopo anni che non ci vediamo.

  22. giovanni Says:

    @Napoletano,onestamente ti chiedo:secondo te é possibile una qualche forma di democrazia economica?E’ realizzabile? Dove ,come e quando?Io sarei anche pronto a confrontarmi con uno studioso di mestiere ma ho bisogno di stabile un punto comune

  23. mauro Says:

    Marco.
    l’ho sentito alla radio (mentre guidavo) il tipo che veniva presentato come un guru del nucleare, e subito mi son dimenticato il suo nome. Ma insomma la sicumera era tanta . Secondo lui non sarebbe avvenuto un bel nulla!

  24. roberto Says:

    Allora escluderei fosse Zichichi, che ha la voce inconfondibile dell’arzillo vecchietto del west.
    Potrebbe essere un prof. di Cesena, che è stato collega di Marco Capponi? Mi pare si chiami Casali, ha lavorato a Montecuccolino ed è sempre stato piuttosto assertivo. A Bologna come a Roma c’era una bella scuola e in genere i commentatori vengono pescati lì. Senza escludere che ci possa essere qualche vicino di casa dell’intervistatore.

    Vi regalo 20 anni di centrosinistra in 5 minuti:
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=7KkhVeJPrX0#t=149s

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