Berlusconi ha compiuto 75 anni.
Guardo su il Fatto un’identikit elaborato dall’IDV nel 2010 dove si vede Berlusconi come sarebbe oggi senza tutte le diavolerie tecno-cosmetiche volte ad occultare gli inevitabili effetti della vecchiaia.
Appare per quello che è, o meglio per quel che dovrebbe(virilmente) rassegnarsi ad essere.
Un uomo anziano,decisamente pelato con pochi capelli bianchi, il viso segnato dal tempo.
Non so qual’era l’intenzione di chi ha commissionato quella rielaborazione fotografica- penso malevola o almeno maliziosa- tuttavia l’immagine che ne risulta restituisce un effetto del tutto contrario.
Ne viene fuori la fotografia di una persona anziana, normale.
Dignitosa.
Niente a che vedere con quel buffo personaggio fuori del tempo che vediamo ogni giorno nei telegiornali.
Ricordo l’unica volta ch’ebbi l’occasione di incontrare Berlusconi face to face.
S’era nello spazio ristretto di un ascensore.
Avevamo appena vinto le elezioni del 1996.
Mi porse la mano tenendosi aggrappato con la sinistra alla solita cartella di pelle marrone che ancor oggi sembra essere la sua coperta di Linus. (Mi domando se se la porta anche nel lettone di Putin, ma forse l’appoggia sul comodino).
Provai a superare l’imbarazzo che sempre si genera in questi casi mentre attendevo d’arrivare al piano.
Era il capo dell’opposizione ed io mi sentivo magnanimo.
-Come sta presidente?
-Caro Zani ,come vuole che stia con tutti i PM d’Italia alle calcagna?
Fortunatamente l’ascensore s’aprì ponendo termine alla conversazione.
La cosa che mi colpì e che ho sempre ricordato in seguito e della quale non riuscivo a darmi conto fu la sua faccia.
Letteralmente sepolta sotto uno strato di cerone. Un effetto micidiale, clownesco. Una roba che neanche sotto tortura….
Mi domandai come faceva un uomo di mezz’età ad andare in giro così mal conciato. Come faceva a non vergognarsi ostentando quella maschera collosa, impiastricciato al punto da assumere le sembianze di un personaggio di Walt Disney.
Qualche tempo dopo ,non ricordo bene l’epoca, una fonte ben informata, tra coloro che vivono le loro giornate nel corridoio dei passi perduti alla Camera dei deputati mi confidò che Berlusconi aveva un cancro.
-Sai , al pancreas. Altro che prostata!
-E’ spacciato.
Il ghigno furbesco con cui accompagnò quest’annuncio lo rivedo ancora adesso. E mi fa scorrere un brivido di puro ribrezzo lungo la schiena.
Sarà che non son mai stato un politico “puro”.
Certo è che son ipocondriaco.
Avete presente Verdone?
Beh io come lui conosco il nome commerciale e il principio attivo di una moltitudine di farmaci. Alcuni dei quali ingoio da anni.
Se io parto per un viaggio, anche breve, avrò immancabilmente con me farmaci per ogni eventualità.
Mi nutrono la psiche con un puntuale effetto placebo.
Rassicurante.
A parte ciò quell’annuncio mi fece molto pensare .
Dovevamo sperare in una prematura scomparsa di Berlusconi, in una malattia incurabile per vincere? E vincere così sarebbe stato desiderabile?
No! Certo che no.
Ci dovrebbe esser un limite etico alla ragion politica. Qualcosa che assomiglia all’umana compassione.
Non è vero?
OK. D’accordo ,lo so che non c’è.
Ma nel mio mondo ideale c’è.
E ci resta.
Poi Berlusconi annunciò in pubblico che aveva definitivamente sconfitto il suo cancro.
Ed io fui sollevato.
Sissignore, anche umanamente sollevato.
Pensai che da quel momento si combatteva ad armi pari contro l’uomo mascherato.
Potevo tranquillamente tornare a farlo oggetto del mio residuo, istintivo, esistenziale, “odio di classe”. Seppur razionalmente mediato dalla cultura ,dalla storia, insomma dalla riformistica ragionevolezza democratica,civile e politica ..etc.
Solo che, nel corso del decennio successivo m’accorsi che non pochi, dalla mia parte, l’ammiravano anche nel momento in cui lo combattevano nelle aule parlamentari.
Fu , ed è il berlusconismo.
Un modo di pensare e di agire che ha contagiato molti.
Una vera e propria fascinazione per quell’uomo bionico che ,dopo aver sconfitto il cancro prendendolo di petto, anni più tardi – forse grazie ad una joint venture ad hoc tra Houston e la Nasa- si ritrova ad aver in attesa fuori dalla stanza ben 11 ragazze. E, può “sbrigarne” solo otto.
Apro un inciso (su di un blog ci si può prendere il lusso di derogare dai normali canoni di una buona scrittura) per domandarmi come diavolo fa un uomo anziano a esibire il proprio corpo nudo davanti a ragazzine di vent’anni o ancor meno , senza provare vergogna.
A rischio di scandalizzare qualche anima bella della sinistra conformista dirò che io non ho mai nutrito una particolare avversione per le puttane e neppure per i loro clienti specie quando si tratti d’impiegati, operai o camionisti.
Mi resta però inspiegabile l’assenza totale di vergogna e di pudore del nostro.
Non nel senso di provar vergogna per il proprio corpo invecchiato,ma in quello d’esporlo impietosamente ,nudo e crudo, di fronte a svelte ragazzine che non possono che provare un certo schifo, appena mitigato da un più o meno lauto compenso.
Ma dico io, non ci son signore più mature con cui accompagnarsi per il lungo e per il largo nella propria sfera privata?
La quale sfera privata non è in discussione fino a quando non comporta per un uomo pubblico d’esporsi al ricatto e anche di trascurare assai i propri doveri e gli impegni assunti di fronte ai propri elettori.
Già, perché è ben difficile credere che una persona di 75 anni compiuti possa furiosamente “festeggiare” di notte e lavorare di giorno con la lucidità che è severamente richiesta dal suo ruolo.
Infatti se ascoltate la telefonata live tra Berlusconi e Lavitola avrete plasticamente chiaro ciò che intendo.
Si sente la voce impastata e stanca di un uomo anziano. Solo, triste ,inutilmente rabbioso. Sembra estenuato e sopraffatto dagli eventi che lui stesso ha innescato.
Vabbè riprendo il filo tornando in politica.
Nel suo settantacinquesimo compleanno è chiaro al mondo intero che ,come il cavaliere della leggenda, il nostro satiro, continua a combattere anche dopo aver avuto tagliata la testa.
Non può farne a meno e nello stesso tempo forse avrebbe bisogno di una spintarella ulteriore per liberarsi alfine di un fardello , quello del governo di un grande paese , che non è mai stato alla sua portata.
L’opposizione però sembra limitarsi ad attendere che, ormai esangue, cada da cavallo.
Per opera della magistratura? Per stanchezza o malattia?
Ah certo il cavaliere cadrà.
Si spera però,almeno io spero, dopo aver perso le elezioni.
So che non è semplice, dato che al momento ,nonostante la fronda di Maroni, il patto con la Lega tiene.
Berlusconi, a suo tempo, se l’è comprata… la Lega.
E’ roba sua e ne può disporre come più gli pare con buona pace di quei poveri inconsapevoli e teneri dementi che indossano copricapi cornuti e brandiscono spadoni di compensato sul pratone di Pontida e che adesso ululano sofferenti a Radio Padania, l’emittente di una regione fantasma.
E, intanto l’Italia rischia il collo.
Bersani ,la settimana scorsa ha detto che la questione di Berlusconi si poneva ad horas.
Già.
Son già passate molte horas.
La Confindustria nel frattempo ha lanciato l’appello a “salvare l’Italia”.
(Dei paraculi ho detto già nel post precedente).
Sembra che l’establishment si organizzi, con la collaborazione della BCE, per fondere la pallottola d’argento che colpirà al cuore l’uomo bionico.
Il ragionier Tremonti l’ha ben compreso e si può star certi che non si troverà sulla traiettoria fatale.
Non vorrei che , in un modo o nell’altro, il Pd invece si faccia trovare nei pressi del bersaglio proprio al momento “giusto”.
Subendo così gli effetti collaterali della caduta del Rais.
Per questo nel settantacinquesimo compleanno di Berlusconi (auguri) converrebbe prepararsi alle elezioni senza attendere che la natura faccia il suo lento corso.
Si farebbe un favore anche a Lui, liberandolo di un’incombenza da sempre troppo gravosa.
Un passo lo si è già fatto verso SEL e IDV.
Ma non bisogna temporeggiare.
Subito, ieri, sono necessari nell’ordine : un progetto, un’alleanza ,un leader.
E una conseguente mobilitazione popolare a sostegno.
Ciò imprimerebbe un’accelerazione politica , con il probabile effetto di rompere lo stallo attuale.
Inutile inseguire l’idea di un governone, e inutile anche vagheggiare il progetto di una più larga alleanza elettorale con Casini.
Non conviene al centro sinistra e non conviene a Casini che s’attende dalle urne il sostegno dei berlusconiani pentiti magari assieme a quello del Cardinal Bagnasco.
Al netto di D’Alema ci vuol poco a capirlo.