Navigazione a vista.

Non so se val la pena di cercar di divinare il risultato delle elezioni di febbraio.
Altrove e precocemente, su queste pagine ho solo avanzato l’idea , nient’affatto originale, che si permarrà in uno stato di incertezza. Con il rischio di un ulteriore avvitamento del cosiddetto quadro politico e conseguenti nuove elezioni anticipate, o in alternativa un governone d’emergenza in salsa greca.
Adesso , sotto il profilo della mera tattica elettorale tutto (o quasi) può ancora accadere.
Monti si deciderà per la sponsorizzazione a distanza del centro, o s’accontenterà di scalare il più alto colle ?

Al limite non è neppure del tutto certo(non al 100%) che Berlusconi ,senza un’alleanza nazionale con la Lega, mantenga ferma la propria decisione dovuta essenzialmente a ragioni di “autodifesa”.

In ogni caso il vincitore morale delle prossime elezioni è , fin d’ora Bersani.
E grazie al porcellum è certo che ne sarà anche il vincitore in concreto.
Vincitore almeno relativo.
Maggioranza assoluta alla Camera , difficoltà/impasse al Senato.

Poi c’è l’aborrito populista/sciamano che porterà comunque un buon gruppo di guastafeste in parlamento nonostante la campagna mediatica contro le sue “parlamentarie”.

Ma val la pena di speculare intorno alle possibili varianti di questo confuso scenario?

A me sembra che la rotta sia già del tutto tracciata nel momento in cui la politica s’è da tempo ridotta a mettere in scena la propria impotenza.

Ho seguito ieri la cerimonia del conferimento del premio Nobel all’Unione europea.
Un teatro dell’assurdo con copione ipocrita.
Hanno cercato di farsi coraggio rievocando il passato.
Un puro e semplice depistaggio dell’opinione pubblica.
Attualmente l’Unione, di fatto, non c’è.
C’è la moneta unica per alcuni.
Poco altro.

Fallito il processo costituzionale, la Germania, permanendo un vuoto politico e di potere, ha preso il comando.

Prevale ,sopra a tutto e tutti- anche al di là dell’esito delle elezioni tedesche del prossimo anno- l’asse strategico costituito dall’ideologia liberista e il nazionalismo tedesco.
Verrà, comunque , il tempo in cui i tedeschi avranno modo di meditare sul sabotaggio del progetto europeo operato insieme al capitalismo finanziario.
Il tempo nel quale i debitori non saranno più in grado di pagare i creditori, poiché ad un certo punto non si potrà cavar sangue dalle rape, nel circolo vizioso costituito dalla spirale di un debito sempre crescente.

Guardate la tabella del FMI da dove s’evince che dal 2007 al 2011 in tutti i paesi europei il debito è cresciuto in rapporto al Pil.
Germania compresa, che passa in solo quattro anni dal 65% all’ 85%.

Nella strada tracciata dal fiscal compact, Bersani , in Italia non può che ribadire fedeltà: “non verremo meno agli impegni presi ”.
Naturalmente non si parla tanto all’ Europa quanto piuttosto ai mercati.
Di fatto s’invia una rassicurazione a quelle poche ma potenti aggregazioni finanziarie globali che da Wall Street decidono le sorti del mondo.
E non a caso Bersani sceglie di parlare al Wall Street Journal, chiarendo contemporaneamente, che non c’è bisogno di Monti : “se non ci fossimo noi dovreste venire a cercarci”.

Chiaro no? Siam mica qui ad asciugar gli scogli.

L’uomo è abile, lo ribadisco.

Ma non può che navigare a vista mantenendosi stabilmente sulla dritta.
A manca sorvegliano distrattamente i fondali Fassina-Camusso –Vendola.

In un recente compendio sulla rotta della crisi Ruffolo e Stefano Sylos Labini pongono alla base dell’attuale situazione la rottura del compromesso storico tra democrazia e capitalismo.
Il capitalismo finanziario globale s’è del tutto emancipato dalla democrazia.

Altri, come il sofisticato e reietto Zizek parlano di democrazia post-politica nella quale: “il bipolarismo tradizionale tra un centrosinistra socialdemocratico e un centrodestra conservatore viene gradualmente sostituito da un nuovo bipolarismo: tra il partito liberale-tecnocratico e tollerante multiculturalista dell’amministrazione post-politica e la sua controparte di destra populista della lotta politica appassionata”.

Non vi ricorda qualcosa della situazione italiana?

Al netto degli sviluppi/inviluppi del pensiero maledetto del filosofo sloveno, a me sembra di sì.

Dentro questo nuovo bipolarismo l’Italia sembra fare da battistrada, sembra tracciare una rotta.

Anche per quanto riguarda il centrosinistra, ben al di là delle perorazioni Vendoliane, la sensazione, per me, che non sono né filosofo, né economista e neppure troppo studioso è, tuttavia, assai netta.

Il PD con la direzione di Bersani approda alla socialdemocrazia europea quando questa è ormai , in gran parte impaniata nelle compatibilità dettate dal capitale finanziario.

Non si esce dalla gabbia di ferro.

Forse l’ultima possibilità è andata sprecata (dalla politica) e dalla democrazia nella crisi del 2007-2008.

Allora si scelse di salvare, con il tanto vituperato ruolo degli stati, a partire dagli USA, i responsabili del crollo finanziario.
Coloro che oggi si son fatti ancor più alacri carnefici dell’economia reale.
Li si salvò allora (quando si teneva il coltello per il manico), senza imporre, nuove e stringenti regole alla dinamica del capitalismo finanziario.

Adesso è tardi.

Non che manchino proposte e suggestioni per preparare una via d’uscita delineando un nuovo compromesso tra capitale finanziario e democrazia.

Gli autori che ho citato, ad esempio, riassumono un po’ tutte le alternative che sono circolate negli ultimi anni.
A partire dalla federalizzazione del debito europeo.

Ma l’elenco è lunghissimo.

Dagli eurobond,al diverso e possibile ruolo della BCE, fino alla più estrema risorsa politica di un neoprotezionismo statale in grado di portare la Germania a più miti consigli.

Da “retrogradi” keynesiani , quali sono, i due autori arrivano perfino a incensare l’operato del ministro di Hitler ,Schacht, che escogitò un meccanismo obbligazionario interno che in soli tre anni dal ’33 al ’36 portò ad uno spettacolare aumento della produzione industriale e dell’occupazione ,al netto degli investimenti sugli armamenti, senza nessun effetto inflazionistico.

L’epoca è del tutto cambiata , voi direte.

Certo.

Infatti , qui e ora la gabbia di ferro si può rompere in un solo modo: restringere seccamente la libertà di movimento dei capitali.

Altra via non c’è.
O almeno io non la vedo.

L’obiezione però è anch’essa stringente: come fai se la forza non ce l’hai?

Se ,in altri termini, gli Stati sono infeudati dalle oligarchie finanziarie?

Se gli Stati sono ormai ridotti al ruolo di comitati d’affari del capitale finanziario?

Domande non facili da aggirare.

Per provare a farlo si dovrebbe riflettere in modo spietatamente critico e sincero sulla seguente osservazione di Marcello De Cecco: “La lobby, con l’eccezione dei fabbricanti d’armi e di prodotti farmaceutici e sanitari, è una sola e foraggia tutta la classe politica, a prescindere dall’affiliazione partitica”.

Ecco, la forza per imporre ai mercati le regole della democrazia può trovarsi solo muovendo da questa veritiera constatazione.
Operando , seppur alla disperata, per il riscatto progressivo da una condizione di servaggio della politica.
Con l’aiuto dei cittadini /populisti.
Con un appello chiaro e determinato alla loro mobilitazione che ne finalizzi la collera crescente.
Cercando per questa via di vanificare l’alleanza obiettiva tra tecnici e populisti.

Non si tratta di raccontar favole ma di indicare una diversa e alternativa visione/progetto del mondo attuale.

Non lo si farà?

Probabile.

Allora non resta che attendere il big bang sociale che arriverà quando i tecnici del capitale finanziario avranno raschiato il fondo del barile.
Insomma giungere fino alla catastrofe sociale.
I cui esiti nessuno è in grado di prevedere.

Se tale è lo scenario , voi capite che la “passione” per la prossima campagna elettorale sarà in gran parte appannaggio del populismo.
Quello di Grillo come di Berlusconi.

La benzina che Bersani, con il volenteroso aiuto di Renzi , ha messo nel motore del Pd tramite le primarie “vere” basterà solo in parte a fronteggiare l’incendio populista appiccato da Monti.

Di sicuro il carburante non basterà a sorpassare la famigerata agenda Monti..se la si vuol far propria.

Naturalmente c’è chi legittimamente pensa che altra via non c’è. Certamente una netta maggioranza anche nel centrosinistra.Si è convinti che  non accadrà nulla di particolarmente drammatico in Europa.

Vi sarà solo un processo di progressivo adattamento ad una condizione di povertà crescente: una volta si stava meglio , adesso staremo peggio tutti.

Molto peggio.

Ma non ci possiamo fare nulla e dunque rassegniamoci a forme innovative di sopravvivenza.

Al proposito un ebreo viennese ebbe a dire che : “il prezzo che di solito paghiamo per sopravvivere è la nostra vita.”

20 Risposte to “Navigazione a vista.”

  1. Andrea Says:

    Sii buono! Spiegami, tu che ti intendi di queste cose e possiedi la televisione, per vedere in prima serata questi figuri: in che cosa consiste l’abilità di Bersani? 😕

  2. mauro zani Says:

    Beh , Andrea,consiste nel riuscire a fare il premier dopo Monti.Magari proseguendo la politica di Monti e scaricando sul Berlusca la responsabilità della crisi di governo. Mica facile! Vabbè che il Berlusca ce ne ha messo del suo….

  3. Andrea Says:

    La responsabilità della crisi se la prende, naturalmente, il Cavaliere, e l’agenda Monti… è un patrimonio di tutti! 🙂
    Mi viene in mente l’umorista “Gal”, che su “Rinascita”, una volta, prendendo a prestito un’affermazione della Rossanda – “Non dovevamo lasciare Gramsci ai riformisti” – mise il titoletto: “E’ in libreria”. Fare il premier dopo Monti con l’agenda Monti è come andare in uno squallido circo di periferia, dove trattano necessariamente male gli animali, e pensare di essere al “Cirque du Soleil”. 😉 Bersani ha chiuso con le sue battute da azdora.

  4. Anna Grattarola Romano Says:

    temo che tu abbia ragione
    Anna Grattarola Romano

  5. Giovanni Says:

    Dopo la dissipazione,c’è stata la frammentazione a cui non potrà che far seguito la dissoluzione.Il governo di centro sinistra durerà lo spazio di un mattino I danni provocati da Monti sono irreversibili La fiducia degli italiani e’finita sotto i tacchi.L’agenda non e’gestibile.non basterà qualche toppa.
    C’è chi chiude l’azienda perché ha le palle piene.C’e chi ha traslocato all’estero con tutta la famiglia.
    Dopo natale chi vive di fitto si pentirà di non aver calato il canone.Hera comincia a caricare sulle bollette correnti cauzioni di 150 euro.Non abbiamo bisogni di indovini per capire dove andremo a finire.
    Molti gerarchi scapperanno di notte,perché nessuno si prenderà la briga di tirarli a bordo di un elicottero o dell’ultimo aereo in partenza
    Lo voglio vedere all’opera Bersani.Certamente in molti lo cercheranno per aver appoggiato il governo Monti.Se poi fa la cazzata di nominare il Monti al Colle si sara scavato la fossa con le sue mani
    Rigor Montis o Mortis e’la sfiga più grossa in cui poteva incappare questo paese.Certo, sara colpa pure della tirannia germanica,ma e’stato pur sempre il premier de Presidente sostenuto da Abc,Piu’di tutti da Bersani
    Il regime cadrà ,finalmente cadrà E forse questa volta e’la volta buona per un nuovo inizio Basta con i compromessi L’Italia repubblicana non e’nata dalla resistenza ma da da uno stupido compromesso ,sempre rinnovato e che alla fine ci ha condotto in questa selva di ladri ,venduti e imbroglioni
    Qui il capitalismo non c’entra un c ….E’il frutto di un’accoppiamento politico contro natura.Il Migliore voleva governare a dispetto di Jalta e Berlinquer a dispetto del muro di Berlino.Bersani vuol essere il procuratore di wall street con i voti degli illusi.Il gioco non reggerà.E’nella natura delle cose

    • Andrea Says:

      «La mia ricetta? Quella di Monti più qualcosa. Perché ci vuole rigore e austerità ma anche lavoro ed equità». Bersani… dal corriere on-line di poco fa… sono con te Giovanni.

  6. Gianni Says:

    “Un segnale che certamente rafforza la spinta di chi lavora (Casini, Montezemolo, il Quirinale) perché il Professore resti a Palazzo Chigi comunque vadano le elezioni. Una brutta notizia per Bersani e il Pd, che i sondaggi danno col vento in poppa. Ma forse neppure tanto brutta. Se poi si è costretti a governare l’Italia sotto il ricatto dello spread, per conto terzi (dei mercati) e con un programma lacrime e sangue, meglio Monti forever?” Padellaro sul Fatto!
    Caro Mauro la domanda di Andrea non è così peregrina!
    Saremo ancora costretti a votare il leader meno peggio?
    Da simpatizzante vendoliano mi trovo a disagio anche perché qualche mio conoscente PD-Renziano mi dice “avete votato Bersani e allora lo sapevate che tornava Berlusconi, ecc”!
    Per la verità pensavo che ci fosse una differenza tra Bersani e Renzi, Ora tutti i Piddini mi dicono che l’importante è vincere…..ma per fare che cosa??? Nessun lo sà, oppure lo sapevano bene che il programma si sfarinava. Pur di vincere “la bambolina di pezza” son disposti a abbracciare qualsiasi agenda………..o no?!
    E Vendola a fare il suo predicozzo! Anche lui porta le sua pene: un esercito di ex parlamentari e non ROMANI e non che vogliono tornare in parlamento x rappresentare la sinistra, sinistra (de che?, ma di governo, certo )!!!
    Sempre meglio di Ferrero e company,una inutile “testrimonianza che nemeno a Cuba…………”
    Veramente non sò dove trovare speranze da trasmettere ai figlioli, anzi nascoderò il tuo post e il mio commento (inutile? forse si) !
    Povera democrazia andrò a votare, perché qualcuno è morto per avere il diritto di voto, ma che fatica!

  7. Andrea Says:

    E’ sorprendente la velocità con cui si è risolta, con l’involontaria partecipazione del Bersani, l’interpretazione delle primarie; se il nostro avrà in mano l’agenda Mondi “più qualcosa”, non vedo come Renzi, anche nel peggiore dei casi, avrebbe potuto affermare di voler usare l’agenda Monti “meno qualcosa”… dunque si trattava solo di salvaguardare il predominio del ceto politico post-comunista all’interno del Pd, come desideravano i poteri veri, che non vogliono balle indecifrabili di un giovane dell’Opus Dei già democristiano, ma il giuramento di fedeltà di chi fece della filosofia della storia e dell’analisi di classe una religione da parrocchia di periferia con festa patronale.

  8. Andrea Says:

    *Il nulla: categoria filosofica e incarnazione umana. Bettola (PC), 2012, Pompe Europoidi Edizioni.

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1OTC66

  9. Remo Tedeschi Says:

    quindi per voi il problema più grave è Bersani, alla faccia di una associazione dei democraticiesocialisti , storace e company sono
    più moderati

    • Andrea Says:

      Sono più onesti, in quanto non sono l’ultima espressione del moderno, avremmo detto negli anni Settanta… non sono espressione e volti della metastasi del sistema; maschere e burattini della dissoluzione dell’Occidente.

  10. Andrea Says:

    Il nocciolo è in questa incredibile, psicoanaliticamente interpretabile affermazione del nostro Bersani: “Ritengo che lo spread sia preoccupante e che certamente sia necessario discutere con la Germania da amici, da pari a pari ma in modo amichevole.” Povero topo! Il proprio analista non è un amico, non è alla pari del paziente, non può avere un rapporto amichevole con esso: l’insistita richiesta di amicizia, di amicalità, dimostra, in genere, quanto ci si senta deboli, senza coraggio, senza giustificazioni valide, in fallo, impotenti ad uscire da una situazione incresciosa per propria minorità naturale, oserei dire. Monti, per lo meno, ha sempre preso ordini consapevolmente, e interpretando il ruolo neutrale dell’inviato del medesimo padrone, della medesima benemerita azienda apolide. Questa sinistra fa una certa pena anche esteticamente… Bersani assomiglia a Smerdjakov, mentre Monti è Ivan… c’è una certa differenza! (Berlusconi riesce quasi ad essere Dmitrij…).

  11. mauro zani Says:

    Tedeschi. Ti par che Andrea e anche Giovanni sarebbero interessati ad una roba democraticaesocialista?Che , tuttavia, è ormai largamente superata dagli eventi.
    Dopodichè tutt’e due intervengono, da tempo, su questo blog, chiaramente caratterizzato a sinistra del PD.
    So bene che non c’è valenza politica alcuna in queste presenze.Solo la “malizia” di discutere con me. Di ciò non solo non mi dolgo, me ne rallegro. Son persone che non portano il cervello all’ammasso diel conformismo dilagante, del politicamente corretto, e dei vomitevoli luoghi comuni che tengono banco in una politica sempre più politicante, del tutto svincolata da principi etici e fondamenti morali.

  12. mauro zani Says:

    Caro Giovanni il “regime” di cui parli , se ben capisco non esiste più da quel dì.
    Togliatti voleva governare dall’opposizione ,non a dispetto di Yalta. Anzi prendendo atto della fase di “guerra di posizione”

    Berlinguer voleva invece governare , anzitempo, una transizione che tra pochi aveva intravisto.

    Ne abbiamo già parlato a lungo .
    Non saremo mai d’accordo.
    Soprattutto pensando a quanti e quali risultati sociali sia il primo che il secondo hanno concretamente ottenuto.
    Per me resto grato alla memoria di un Berlinguer che solo condusse la battaglia difensiva e perdente contro la liquidazione della scala mobile. Tanto più guardando all’odierna condizione della gente che lavora.E ormai sempre più spesso non lavora.
    Altri tempi. Ai quali subentrò il lunghissimo tempo in cui il lavoro umano fu spinto sino all’ultimo gradino della scala dei valori sociali.Un tempo che dura ancora adesso.Un tempo che si vuole prolungare ed eternizzare proprio con la fedeltà all’agenda Monti.

  13. mauro zani Says:

    Gianni. La differenza tra Bersani e Renzi c’è, naturalmente. Mi son intrattenuto su di essa.E’ evidente che Renzi punta a restaurare il progetto originario del PD, mentre Bersani ha optato per una correzione in senso socialdemocratico.

    Per il resto i socialdemocratici oggi, in Europa,pur con tutti i doverosi distinguo, m’appaiono come gattini ciechi. Si candidano solo a governare riformisticamente al margine i processi in atto. E’ quel pochino in più(di lavoro ed equità) che Bersani intende mettere di fianco all’agenda Monti/Merkel.

    D’altro canto dopo aver votato, senza batter ciglio tutto il votabile (pareggio di bilancio, fiscal compact, pensioni, mercato del lavoro) resta solo un pochino. Molto pochino. Tra l’altro adesso si andrà all’attacco con decisione estrema del sistema sanitario pubblico come modello universalistico. Lo vedo anche da come ha reagito Napolitano. Ventre molle in sostanza.

    PS.E dopo questo disastro che non sarà più recuperato, sento in TV la Camusso scoprire improvvisamente che “Monti è di destra”. Brava, complimenti!
    Se me lo dicevi prima.

  14. Remo Tedeschi Says:

    D’accordo,Zani , trovo qui , interventi tosti, mi limito a difendere un partito ,che può fare molto ,e che “conviene ” a tutti che sia forte ,lo sò ,ha dormito un pò ,ma l’aria stà cambiando .

    Non capisco perchè date il pd come perduto a ipotesi progressive. anche Zani a contribuito alla specificità amministrativa ai più alti livelli (vedi sole24ore) siamo sempre quelli .
    Una cosa sulla Germania; prendo per buono ciò che dicono Andrea e Giovanni sulle macchinazioni finanziarie ecc. però cacciare miliardi in paesi che hanno politici come Tremonti Scajola Bossi e Lui ! minimo ci vuole il certificato medico.
    E qui che bisogna “giudicare “Monti ,non ha avuto coraggio ,ma
    siamo stati più presentabili ,adesso proviamoci.

  15. Giovanni Says:

    Caro Mauro,qualche precisazione é necessaria,almeno per chi legge
    Quel regime, diversamente da quanto miticamente si afferma ,si é trasferito nell’involucro dello stato repubblicano,nato dalla resistenza dal referendum e dal varo della carta costituzionale
    La mia affermazione non avrebbe necessità di dimostrazione per chi é aduso come te a considerare un sistema statuale sulla base delle leggi vigenti,unitamente all’organizzazione delle istituzione e dei corpi dello stato e dei concreti apparati che muovono le leve della complessiva organizzazione che governa la società
    Qui é sufficiente dire che il codice penale fascista di Rocco,con tutta la sua ideologia continua a funzionare.Cosicché chi viene sorpreso a rubare qualche etto di carne al supermercato viene processato per direttissima e nessuno gli fa grazia.Se 100 poliziotti massacrano e torturano 200 cittadini inermi sorprendendoli nel sonno prendono qualche anno di galera da non scontare e continuano tutti a fare i poliziotti
    Le gerarchie cattoliche le ha inventate il fascismo e sono transitate come se nulla fosse successo nel “sistema”repubblica,con la piccola differenza che prima dovevano sfilare con il saluto romano al cospetto del Duce,mentre oggi sono le nostre autorità politiche che devono omaggiare le gerarchie cattoliche.
    Potrei continuare all’infinito per concludere che tutto l’apparato statuale che prestò giuramento al Duce passò ad insegnare,amministrare giustizia e la cosa pubblica in nome della “nuova” repubblica
    Capisco che per molti ,sopratutto per i figli di coloro che hanno combatutto contro il regime fascista pensando di aver cambiato il paese,questa lettura della storia non é accettabile.Ma le cose stanno esattamente come cosi,anzi sono andate cosi.Cio non significa che io non nutra il massimo rispetto per chi ha combattuto,spesso a prezzo della vita, per la libertà.
    All’età di 10 anni ho cominciato a sfogliare la storia della resistenza italiana e da allora porto con me l’immagine di una giovane ragazza impiccata dai nazifascisti perché sospettatata di essere una staffetta.
    Io Mauro sono dalla tua parte,dalla parte della tua gente.Ma mi sono allontanato dal tuo partito nel 1976,quando ho capito che Berlinquer voleva governare con i clerico fascisti
    Un errore intellettuale quello di Berlinguer, che nulla toglie all’uomo dalle mani pulite.Successivamente Berlinquer si rese conto del madornale errore.Anch’io scesi in piazza per i lavoratori della Fiat e per la contingenza.Ma il danno irreparabile era ormai fatto.Bettino Craxi era entrato in scena
    Per il Migliore vale quello che ho detto circa la transizione del vecchio stato nel nuovo involucro.Peraltro penso che non fosse Migliore ma semplicemente l’uomo venuto da Mosca.C’era Longo con il gruppo di Torino.I Migliori.
    Mi spiace che tu ed io non riusciamo a confrontarci su questi essenziali nodi in termini oggettivi o se vuoi con il senno del poi

  16. mauro zani Says:

    Ma certo che riusciamo a confrontarci, caro Giovanni.Tant’è vero che non nego affatto l’indenne passaggio dei clerico-fascisti negli apparati dello stato.
    L’aministia di Togliatti sulla quale ebbe a ironizzare Andreotti ricordando le : “torture particolarmente efferate” che, sole , escludevano l’aministia stessa.

    Yalta.
    Appunto.
    Stalin aveva già chiarito “all’uomo di Mosca” -che doveva esser particolarmente scaltrito dopo la sua permanenza all’Hotel Lux,da dove non tutti uscivan vivi e in salute- che sull’Italia sventolava la bandiera a stelle e strisce, non la bandiera rossa.

    Il realismo togliattiano tuttavia a qualcosa servì. A partire dallo scongiurare una prospettiva greca dopo il 14 luglio del ’48.(Il giorno in cui la polizia si Scelba sparò nella schiena a mia madre).

    Servì a mantenere e radicare un partito di massa e popolare anche al prezzo dell’art 7.

    Più tardi Berlinguer, in un mix di realismo togliattiano e di visione sul futuro, tentò di forzare la camicia di forza bipolare ancora sotto l’impressione del colpo di stato in Cile, laddove le tradizioni lelaiste dell’esercito eran fino ad allora, centenarie e universalmente riconosciute.

    Il 51% non bastava dunque a Berlinguer. Consapevole delle forze clerico-fasciste che s’annidavano nello stato.

    Fu una sfida, certamente perduta, ma alta. Dall’altra parte c’era lo sclatro Moro che pagò con la vita la sua “terza fase”.

    insomma è lunga storia patria.

    PS. Mi fermo qui , del resto ne abbiamo discusso altre volte. (mi scuso per gli errori di battitura).

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