Bologna.

Il contesto appare caratterizzato da una propensione astensionista, che si va consolidando ,dopo il voto regionale, al limite (Anderlini), di “una condizione esistenziale”.

Non mi pare una diagnosi molto distante dalla realtà bolognese.

Se si tiene fermo questo punto, necessariamente di partenza, allora conviene riflettere bene sul da farsi. Sempre che qualcuno ancora abbia voglia di fare. Che si voglia agire politicamente nel momento in cui l’impasse dell’amministrazione cittadina è sotto gli occhi , per quanto svogliati , di tutti.

A tal fine, fosse per me , beh andrei rapidamente oltre gli ormai tradizionali metodi per formare liste civiche che per solito ottengono come risultato una dignitosa ma poco incisiva rappresentanza testimoniale. Ciò non dovrebbe bastare a noi della sinistra.

A Bologna si è già ottenuto con l’Altra Europa al tempo delle europee un buon risultato che però s’è assai ridimensionato , com’era del resto prevedibile, alle regionali.

Resta comunque una non disprezzabile base di partenza.

Non basta. Lo sappiamo bene tutti.

Non basta se si vuol rendere credibile un’alternativa al governo del PD.

Non basta se si vuol vincere in Comune.

Si tratta di vedere se è possibile , realistico, mobilitare il consenso di almeno una parte dell’elettorato democratico che disertò le urne alle regionali.

Dico almeno una parte dato che un’altra parte , versa con buona probabilità nella condizione esistenziale sopracitata ed è del tutto aliena dall’esprimere un voto o persino una larvata preferenza politica. Resterà a tempo indeterminato, alla finestra, se non nel sottoscala.

Tale è la condizione psicologica generalizzata al tempo di Renzi.

E proprio su ciò conta molto il giovin fiorentino per restare a lungo a Palazzo Chigi. Frega nulla a lui e al suo PD se governa attualmente con il consenso di poco più del 20% degli aventi diritti al voto.

Per ragioni che sono persin troppo ovvie ormai, nello sfascio del sistema politico più cresce l’astensionismo più cresce la percentuale di voti al partito unico della Nazione.

Per cui a Bologna si tratta d’impostare una campagna elettorale nel tempo di Renzi.

C’è poco da fare. Le logiche del passato servono solo a mettere la testa sotto la sabbia.

Al contrario di ciò che si può legittimamente pensare, il “tempo di Renzi” non va ignorato per timore di subalternità.

Non va esorcizzato , né solo criticato.

Va assunto come un dato politico di partenza.

Non prescindibile in alcun modo.

Dobbiamo dunque fare come lui?

No. Ma nel concepire e poi sostenere una lista civica a sinistra, non possiamo neppure permetterci il lusso di tornare a destreggiarci abilmente in dibattiti senza posa sui famosi punti programmatici.

Un programma serio e rigoroso , articolato fin nei minimi dettagli, posto che non rechi con sè la fissione dell’atomo tra di noi, (noi genericamente di sinistra) non fa oggi la differenza per un elettorato che di programmi ne ha visti tanti e tanti ne ha visti inattuati. E che per di più è stato a lungo istruito a credere che sia ormai definitivamente abolita, superata, dissolta ogni differenza tra destra e sinistra. Anche al netto dell’obiettivo sputtanamento della parola “sinistra”, cui in modo diverso, forse anche noi (compreso chi scrive) possiamo aver dato un qualche involontario e ingenuo contributo, comunque colpevole.

E neppure ci si può permettere un lungo dibattito che finirebbe presto in diatriba inconcludente e persino velenosa sui metodi , o sul metodo migliore per scegliere il candidato/a a sindaco.

La dico tutta e brutale.

Tanto per venir giù dal pero.

Per non dire bugie, per pietose che siano.

Fosse per me , partirei dall’alto e non dal basso.

Partirei dal candidato/a.

Ciò non abolirebbe affatto il dibattito interno ad una o più liste civiche.

Semplicemente , mentre si discute e si partecipa giorno e notte, e si redigono programmi, e s’enunciano propositi, mi metterei alla ricerca col lanternino di un unico candidato indipendente nel quale ogni sinistra , bella o brutta stretta o larga , possa bene o male riconoscersi insieme ai democratici delusi dall’andazzo pieddino e dalla sua scialba e stanca amministrazione.

Dobbiamo essere avvertiti.

Nei circoli bolognesi che contano si discute alacremente SOLO del candidato con cui sostituire in corsa Merola all’insegna di una continuità di potere garantita da una discontinuità d’immagine.

A costoro importa una sega del programma .

Quello lo faranno dopo.

Cammin facendo.

Dopo che avranno eletto uno di cui si fidano.

Beh, anche noi dobbiamo puntare su uno o una di cui ci fidiamo.

E magari mettere le ali ai piedi per arrivare prima di “loro”.

Capisco che un tal modo di procedere, per qualcuno inverte e perverte letteralmente il rapporto tra programma e candidato. Prima il primo e poi il secondo. Tale è il nostro tradizionale modo di pensare e a volte, ma solo a volte, di operare. Salva l’ipocrisia che spesso s’è palesata in questo giusto modino , così politicamente corretto e pulito che non fa una grinza.

Salva l’ipocrisia non è sbagliato in sé.

In una situazione normale.

Solo non fa i conti con il contesto assai mutato.

Con la politica e i partiti così malridotti , conta la credibilità delle persone.

La fiducia che esse possono o non possono instaurare con un elettorato sgamato, stanco, sfiduciato che non leggerà mai e poi mai , credetemi , nessun programma, di nessun tipo.

Piaccia o non piaccia questa è la situazione.

L’anomalia della situazione.

I puristi del programma , serio e rigoroso, i puristi dell’etnia e della razza secondo cui bisogna sempre stabilire a priori che la sinistra, “la vera sinistra sono io”, e nessun altro, dovrebbero riflettere criticamente , per una volta sull’opportunità che si presenta pur nella difficoltà.

L’anomalia del tempo presente , specie a Bologna contiene in sé una potenzialità , la possibilità di una vera e propria rottura.

A meno che non scatti la logica stringente del puro che epura.

Mi è capitato di dire, e impunemente lo ripeto, che il programma consta di un solo punto: la manutenzione della città fisica e della società civile.

Significa , per me , che si va, si deve andare senza mezze misure, all’attacco di tutte le vulgate correnti.

Niente privatizzazioni nei servizi pubblici e sociali essenziali.

Riportare dentro il Comune ciò che gli è stato sottratto con l’idea malsana che i privati fanno sempre e comunque meglio.

E’ una clamorosa balla.

Si può dimostrare.

Bisogna dirlo.

Bisogna dire che non basta il controllo esterno di gestione ma che quando si tratta di rapporto tra pubblico e privato , il primo deve partecipare anche alla gestione operativa in posizione preminente.

Se così non avviene il controllo pubblico, dall’esterno, è solo un sacco vuoto.

E lo si può dimostrare.

Inoltre, piantarla con tutta l’attenzione, tanto spasmodica quanto inconcludente di questi lunghi anni, al centro storico ristretto peraltro in una piccola area ad alta redditività non solo simbolica intorno alle due torri . Questo proprio mentre s’abolisce l’elezione della Provincia e s’installa quel nulla istituzionale di una città metropolitana non elettiva. Alla pari con quell’ircocervo di un Senato composto di consiglieri regionali cui s’estendono le prerogative costituzionali dei parlamentari.

Indirizzare invece tutte le risorse possibili alla parte più svantaggiata e assai più larga della città. Ciò significa scontrarsi , tutte le volte che risulta necessario con poteri, salotti, consorterie , logge , insomma : il felpato, immarcescibile, conservatore establishment bolognese.

Gente cui frega nulla del degrado “esterno” delle periferie, che non frequentano e che non vedono mai. Le periferie sono solo territori nei quali esternalizzare costi e depositare, lontano dagli occhi e lontano dal cuore, una marginalità sociale crescente.

Crescente nei fatti prima ancora che nella coscienza dei singoli: reddito e lavoro. Senza un minimo sindacale di benessere e sicurezza sociale.

Manutenzione significa questo: tornare in qualche modo a rilanciare il buon governo di Bologna.

Smetterla di ideare progetti che nulla , ma proprio nulla hanno mai avuto a che vedere con le necessità primarie e urgenti dei cittadini: dal Metro, al Civis alla colpevole idiozia del treno volante. C

Certo nel passato migliore di Bologna vi furono anche grandi progetti urbanistici e risultati rilevanti in campo culturale, ma oggi rinverdire la stagione migliore della città significa anzitutto, se non esclusivamente, restaurare e in parte ridefinire secondo giustizia l’intero assetto dei servizi pubblici e sociali. Ergo ridistribuire, nei limiti delle possibilità di un’amministrazione comunale, le risorse a disposizione.

Bene.

Se si trova un uomo o una donna (e chi cerca prima o poi trova), disposti a lavorare su questo , noi della sinistra, noi che comunque voteremo una lista civica fuori e contro l’attuale ceto politico del PD bolognese, potremmo partecipare per vincere.

Questo mi pare un buon programma.

Ho in mente qualcuno? Forse. Sì e no. Insomma non son sicuro.

Comunque non ho mezzi (rapporti, relazioni) per interloquire, ne autorevolezza e tampoco autorità per proporre.

Il mio invito, compagni ,compagne ed amici tutti è a cercare SUBITO il candidato sul quale confluire mantenendo ognuno la propria più o meno forte identità

. Cercate, dunque.

Mentre si continua a discutere. Naturalmente.

Ma tenete a mente, se volete, che prima lo si trova e meglio è.

SE SI VUOL VINCERE .

PS. Per i cercatori. A scanso di equivoci.

Cercate ovunque, (continuerò a farlo anch’io) anche nelle zone limitrofe alla città con l’esclusione della frazione di Amore sull’appennino. Qui siamo in 22 residenti più un domiciliato permanente. Non mi risulta nessuno disponibile.

15 Risposte to “Bologna.”

  1. Anna Quercia Says:

    il m5s per prima cosa deve andare in tv,deve pretendere radio e tv,sul web ci siamo,ma manca il resto,poi investire sui vecchi,noi anziani siamo milioni,solo ora si sta dicendo reddito di cittadinanza che interessa anche il pensionato al minimo e parlare di sanità,i tiket,i farmaci da liberalizzare, costano metà in francia, e avere un parlare sintetico,troppe parole ,poi se scritte annoiano a fanno scappare la gente, essere sintetici,essenziali,dare messaggi fotografici,insomma questo è il mio consiglio,i giovani farli lavorare, renderli attivi, la passività è della vecchia politica,insomma ma imitate grillo,lui dice in poche parole tante cose,poi io ne scrivo oramai da anni,l’istat,il paniere dell’istat è falso,come mai io con la deflazione spendo di più?cioè cosa spendi tu tutti i giorni,cibo,vestiti non di lusso,prodotti per la casa, benzina,gas,luce,benzina,tutti prezzi raddoppiati in pochi anni,peccato che l’istat non ritenga mettere in forza questi prodotti ma li equipara a :io non pago il mutuo,non compero azioni,non vado al ristorante o compero firmato ecc, insomma se parli di queste cose e dai soluzuioni la gente ti ascolta e poi magari ti vota,ciao anna quercia

  2. pippo Says:

    Penso che una lista civica, per vincere, davvero, non debba volersi chiamare “di sinistra”, parola, per giunta, difficile da riempire oggi di contenuti.

  3. serghej Says:

    Oggi (purtroppo) la politica è dominata dalla funzione dell’immagine che vuol dire “media”, soprattutto televisione. per questo è decisiva la scelta della candidata o del candidato.

    Abbiamo però visto che in alcune circostanze hanno vinto degli outsiders ( come abbiano lavorato dopo è altra questione), quando rappresentavano simbolicamente e non solo, un cambiamento reale.

    I casi di Milano (Pisapia),di Napoli (De Magistris), di Genova (Doria) di Cagliari (Zedda), di Livorno (Nogarin) e di Messina (Accorinti) mi sembrano tra i più significativi, ovviamente con differenze sostanziali se erano vincitori di primarie, quindi alleati del PD e quando invece hanno vinto contro il PD.

    Ora come tu dici c’è un trentacinque per cento dell’elettorato che andrà a votare e che farebbe vincere il candidato del PD a Bologna anche se fosse un cavallo o un asino. Il punto è come far andare a votare una percentuale tale da determinare una competizione reale.

    Sicuramente la scelta della candidata-o è esiziale, secondo me però anche il modo in cui ci si arriva non è secondario. C’insegni che Bologna è una città, centro burocratico-amministrativo, finanziario e terziario in cui la struttura dei poteri molto frammentati determina il formarsi di una moltitudine di raggruppamenti/lobbies ( non solo in senso negativo) ma molto dipendenti dal rapporto con le istituzioni pubbliche.

    Anche quando determinate battaglie erano condivise da una larga fetta di elettorato, ad esempio referendum contro il finanziamento alla scuola privata, la gente ha preferito non andare a votare piuttosto che farlo contro la linea del partito, è successo solo nel referendum dell’acqua che abbiano votato in massa ma era una questione nazionale che non implicava direttamente gli equilibri di potere locale, così come alle europee una parte degli elettori si considerava in libera uscita.

    Tu sei nato e vissuto politicamente dentro questa condizione e quindi sai che è un problema difficilmente superabile se, questa è la mia opinione, non si riesce a formare una lista di coalizione che sia in grado di convincere gli elettori che ha molti numeri per amministrare, ovviamente in modo radicalmente diverso dall’attuale.

    Insomma intendo non solo “il programma” in senso stretto, penso alla necessità di approfondire quali sono le questioni sostanziali e come riuscire a rappresentarle. Occorre un lavoro molto articolato e diversificato. Se ne parlerà sicuramente, intanto la tua proposta è “sul tavolo” ok.

  4. Giovanni Says:

    D’accordissimo con Mauro,inutile parlare di programmi che dividono
    La manutenzione della Città di per se è un vastissimo programma che implica riportare al centro dell’azione amministrativa,l’integrazione dei bisogni di tutti,espellendo i mercanti dal Palazzo
    Cominciamo dunque a individuare un candidato credibile e spendibile
    Purtroppo giovani non ne vedo.Il presente ha più rughe e cicatrici di noi
    Perciò la via è obbligata:richiamare in servizio qualcuno che ha già dato bene e può ancora dare
    Questo qualcuno necessariamente deve essere nota ai più e soprattutto a quel 35% che si avvia a fare dell'”astensionismo una condizione esistenziale
    Sono troppi anni che stiamo a guardare e criticare,mentre quelli “fottono”
    Se c’è qualcuno che spaventa”i bruti di via Rivani”e’ la “vecchia guardia sperimentata”
    L”ultima volta corsero come conigli a casa di Mauro per essere assicurati e dormire tranquilli
    I nostri Polli sanno che al secondo “giro”sarebbero battuti ingloriosamente
    Perciò spero che questa folta si faccia avanti un politico con meno remore e impietoso
    C’è ,io so che c’è
    Mauro sa di chi parlo,anche Anderlini deve farsene una ragione,così come l’altra sinistra
    E se anche residuasse un dubbio,a culo
    Si combatte per buttare fuori Merola o qualcuno che assicuri una ormai ventennale continuità
    Però a questo punto Mauro scendi dalla montagna e iniziamo un discorso pubblico per lanciare la Candidatura!

  5. claudiopagani Says:

    Non sono di Bologna , ma questa volta sono D?ACCORDO TOTALMENTE CON GIOVANNI: Forza Mauro e tutti TUTTI si IMPEGNINO A VINCERE LE SUE COMPRENSIBILI RITROSIE!

  6. claudiopagani Says:

    SUE di Mauro , of course

  7. maurozani Says:

    Cari compagni. Ragioniamo a testa fredda. Ovvio che il mio ego mi spingerebbe avanti. Ma se muoviamo dall’obiettivo massimo, come è necessario e possibile. Allora il candidato o la candidata deve avere un profilo indipendente e sganciato dai conflitti del passato. Passato recente.
    Per vincere, vanno intercettati i voti dei democratici delusi. Quelli che si son astenuti alle regionali e che, verosimilmente si orientano all’astensione. Ripeto: una mia candidatura a tal fine potrebbe provocare in quella parte d’elettorato una reazione di rigetto. Inoltre sarebbe inevitabile l’accusa di volontà personale di revanche, se non di vendetta (sempre personale) nei confronti dei “ragazzi del ’99 e dei loro pessimi eredi.
    Mentre invece nessuno potrebbe accusarmi d’interesse prsonale se io potessi fare una campagna ventre a terra per un altro candidato.

  8. dbuzzetti Says:

    Il riferimento all’esperienza de l’Altra Europa mi sembra importante e per due motivi. Il primo è, come dice Mauro, il fatto che costituisce «una non disprezzabile base di partenza». Ma non c’è solo questo, c’è anche un altro elemento che non è solo locale.
    La differenza nei risultati de l’Altra Europa alle europee e alle regionali si spiega anche, secondo me, proprio col riferimento a un contesto non solo locale. Più che d’accordo nel «ridefinire secondo giustizia l’intero assetto dei servizi pubblici e sociali» a livello locale, ma occorre, credo, anche rafforzare, o addirittura creare nell’opinione dell’elettorato, la consapevolezza che su questo obiettivo gravano i vincoli della politica economica nazionale—se ancora si può parlare di una politica economica nazionale autonoma—ed europea e che l’aumento dei prezzi e i tagli alla sanità di cui parla Anna Quercia sono solo l’effetto delle politiche di austerità neoliberiste. Certo è su quelle cose concrete che è necessario insistere per essere convincenti, ma per creare un quadro politico adeguato per una coalizione sufficientemente forte occorre, a mio giudizio, andare oltre.
    La lista l’Altra Europa è riuscita ad aggregare proprio per il riferimento al quadro europeo e per l’obiettivo di opporsi alle politiche economiche neoliberiste adottate dall’Unione Europea e in Grecia Syriza è nata come coalizione di diversi raggruppamenti di sinistra che si sono riconosciuti in quel comune obiettivo. A mio avviso è proprio l’opposizione al neoliberismo che può riuscire a cementare una nuova posizione genuinamente di “sinistra”. E non credo che sia difficile mostrarne il legame con le situazioni concrete del taglio al welfare e dell’aumento degli oneri per i servizi sociali.
    Quanto alla coalizione, mi pare che qui a Bologna, oltre a l’Altra Europa, sia necessario in primo luogo un rapporto con l’associazione “Ricominciamo da sinistra” e credo che questi possano essere i primi passi per cominciare a costrure una lista civica per le prossime elezioni dell’amministrazione locale.

  9. maurozani Says:

    Tutto bene Buzzetti. Ovvio che il quadro generale entro cui ci si muove è alternativo al neoliberismo. Quanto a ricominciamo da sinistra do per scontata una sua adesione… credo , spero.
    Ma il tema “candidato” rimane , è urgente, poichè a lui /lei spetterà la costruzione, nel corso di un anno, di una vasta alleanza elettorale. Ergo entro un paio di mesi al massimo bisogna averlo. Pronto. In campo.

  10. Giovanni Says:

    Mi pare che a Bologna alle Regionali,l’Altra Sinistra abbia preso l’8%,cui si possono sommare tranquillamente il 35% delle astensioni,di cui ricominciamo da sinistra costituisce un “significativo “contenitore
    Ritengo tuttavia che la vera differenza e il “collante”debba essere individuato in un candidato credibile,spendibile e capace di unificare tutte le anime in movimento contro la “conservazione”o il continuismo amministrativo che costituisce di fatto una vera e propia cappa di piombo che degrada la Città

  11. Mario Bovina Says:

    Condivido in pieno con Mauro l’idea non sia possibile immaginare un percorso “dal basso” che porti in tempi utili all’indicazione di un candidato sindaco alternativo a quello indicato dal PD. Non foss’altro perché sono già partiti in città diversi percorsi “dal basso” che, inevitabilmente, finiranno ciascuno per indicare un candidatino monco, privo della legittimazione sufficiente a catalizzare su di sé l’intera area di coloro che ambiscono ad una maggiore equità sociale e ad una adeguata manutenzione della città, tanto dei suoi muri, quanto della sua umanità (e che non son solo coloro che si collocano “a sinistra” del PD”).
    Prima che a leaderini con poco spessore venga l’idea di essere gli unti del Signore e cominci la solita zuffa prodromica dell’fallimento finale, bisogna trovare un candidato sindaco con una marcia in più.
    Il mio solo dubbio è chi lo deve cercare, perché un candidato sindaco vorrà probabilmente sapere, prima di esporsi, chi (almeno a grandi linee) lo sosterrà; di quali forze potrà disporre.
    Un gruppo autoconvocato e aperto, ma già all’inizio forte, molto forte, di persone (a mio parere non meno di 100) ciascuna con un seguito, che non dovrebbe essere difficile mettere insieme, dovrebbe porsi a fondamento di questa impresa.
    Con le ambizioni personali ben sigillate in tasca.

  12. maurozani Says:

    Due palle , Mario ho cancellato il post sbagliato. Comunque la differenza non c’è se non nell’ultima frase. Che condivido. Sorry.
    Cmq provo a recuperarlo.

  13. maurozani Says:

    niente da fare. vabbè cosa cambia?

  14. maurozani Says:

    Cmq. Signori and compagni teniamoci in contatto , anche in maniera riservata. Proviamo ad individuare un candidato. Poi vediamo come promuoverlo. possono essere cento persone o anche dieci. Vediamo. Su spremetevi le meningi.

  15. Alessandro Says:

    dai Mauro provaci vengo a Bologna a farti la campagna elettorale:)

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