Mi è capitato su FB, di definire AstraZeneca il vaccino ciofeca. Apriti cielo. Capisco che l’ espressione è un pochino forte. Tuttavia cercavo di argomentare. Trattasi di un vaccino che costa molto poco relativamente a tutti gli altri vaccini “occidentali/ atlantici” e che protegge meno. Mi si è detto che non sono un virologo e che in UK ha funzionato benissimo.
In sostanza : lascia fare agli scienziati che ci rassicurano. Loro sono esperti e tu non sei un cazzo. In più c’è una guerra commerciale in corso. Posso convenire solo su quest’ultimo aspetto. Il rischio di saltare su di una mina è sempre presente in questi casi.
Ma ciò che mi sento di rimandare al mittente è precisamente l’idea che la scienza non debba mai esser messa in discussione dai profani data la sua neutralità tecnica. Esistono fior d’esempi che spiegano l’esatto contrario. La scienza nella storia recente ha spesso legato l’asino dove voleva il padrone.
Ma provo a spiegarmi puntualmente.
1)E’ stata stabilita la correlazione tra particolari e rarissime forme di trombosi e il vaccino in questione. Ciò non è avvenuto per altri vaccini occidentali,di cui ometto i nomi per evitare di saltare sulla suddetta mina commerciale.
Di uno di questi s’è verificato meno di un caso su di un milione di queste correlazioni. Ergo un vaccino molto più sicuro, praticamente il 100%, e contemporaneamente molto più efficace, 90%.
2)AstraZeneca è stato testato in fase 3 solo sul 15% del campione di riferimento in persone over 55. Ergo era , all’inizio, un vaccino indicato per le classi d’età più giovani. Adesso invece, viceversa, viene consigliato “preferenzialmente” per gli over 60. Se ne deduce una assoluta mancanza di trasparenza entro una valutazione scientifica quantomeno deboluccia e molto controversa.
3) Vero che in UK le cose stanno andando bene, vero anche che circa la metà dei vaccini somministrati non è AstraZeneca a differenza di ciò che s’afferma.
In ogni caso se una persona potesse scegliere opterebbe per il vaccino più efficace e più sicuro.
Dopodiché mi par del tutto ovvio che AstraZeneca va bene comunque rispetto alla possibilità di contrarre il virus specie in forma grave. Nel rapporto costi/benefici va benissimo. Nel rapporto con altri vaccini è , sul campo, di una qualità inferiore. La gente lo capisce anche senza l’ausilio della scienza.
E forse lo capisce anche dalla formidabile proprietà di linguaggio di un eminente scienziato come Locatelli, dalla fine e cauta ambivalenza delle sue parole che senza negare una rara correlazione indicano una “preferenza”. Più ascolto quest’uomo più mi convinco del suo genio. Scienziato e italianista.
Resta l’enorme disorientamento che porta oggi tantissimi, troppi, a rifiutare di vaccinarsi con il vaccino dei poveri anche sulla scorta del vario e diversificato comportamento dei diversi paesi europei.
La verità è che l’UE, in emergenza – s’immagina per ragioni di costo o per altre valutazioni strategiche – ha scelto maggiormente AstraZeneca la quale, per buon peso, ha fino ad ora fornito solo un terzo delle dosi previste.
A questo punto il piano vaccinale europeo registra un fallimento clamoroso.
Pur in quest’ambito riesce ad emergere ancora una volta la peculiarità del bel paese.
Il modello Italia tanto irresponsabilmente decantato l’estate scorsa si è dimostrato il peggiore in assoluto di tutta l’Europa.
Basta contare i morti e i feriti per averne piena, incontrovertibile e triste consapevolezza.
Evidentemente fino ad ora abbiamo gestito al peggio l’emergenza sanitaria.
Da ultimo pensando che il virus potesse fermarsi di fronte ad un semaforo giallo, arancione o rosso.
Un sistema semplicemente demenziale.
Poteva aver senso lo scorso anno quando più di mezza Italia era ancora indenne dal virus stabilire nei due terzi del nord una grande zona rossa delimitata, manu militari, da una linea di confine invalicabile.
Si è preferito una chiusura totale per poi aprire alla carlona senza alcun criterio. Il risultato acquisito si è dileguato nello spazio di una sola stagione.
Da qui l’invenzione dell’Italia a zone: rimedio peggiore del male poiché si è di molto abbassata la soglia di percezione del pericolo.
L’esito di questo esperimento è ancora adesso devastante.
Specie con lo stop and go che ne è il presupposto.
Apro e chiudo, chiudo ed apro e la gente va nei matti nel regno della più totale incertezza e decide di fare come vuole.
Tanto valeva e varrebbe chiudere tutto per un per un tempo ragionevolmente breve.
Ma la politica si sbraccia invece sulle aperture dimostrando una debolezza ormai cronica di cui approfittano i demagoghi della destra.
E intanto le 500 mila dosi annunciate da Draghi per metà aprile e poi posticipate a fine mese si vedono solo col binocolo.
Verosimilmente non ci saranno.
Qualcuno suggerisce di rastrellare le dosi di AstraZeneca che vengono ormai, più o meno largamente, rifiutate in mezza Europa.
Al punto in cui siamo direi che non è un cattivo suggerimento.
Posto che il “vaccino naturale” ormai alle porte evocato con inconsapevole levità da Bonaccini non risolverà la carenza di vaccini artificiali. Il generale estate ha vita breve. Poi tutto ricomincerà come prima.
L’altra cosa che va fatta subito nell’ambito del nuovo piano vaccinale è stabilire severe sanzioni per i cosiddetti furbetti del vaccino. Avendo ben chiaro, signor Presidente del Consiglio, che non si tratta di questione di coscienza individuale ma della forza di lobbies che hanno imposto ad una politica tremebonda di vaccinare prioritariamente intere categorie a prescindere dalle classi d’età.
Avvocati, notai, personale amministrativo sparso per ogni dove, docenti universitari, veterinari, figli , cugini, parenti di secondo grado, amici degli amici.
Insomma la solita Italia.
La solita vecchia merda che torna a galla ogni volta.
Si tratti di una catastrofe naturale o di una calamità sanitaria.
Senza sanzioni adeguate e tempestive non esiste norma signor Presidente del Consiglio.
Immagino Lei lo sappia.
Non basta in questo paese parlare a nuora perché suocera intenda.
Stiamo aspettando un deciso cambio di passo signor presidente del Consiglio.